Alimentazione e falsi miti, le risposte alle vostre domande (seconda parte)

Redazione UNC
6 Ottobre 2016
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luca-pirettaAgli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori arrivano spesso domande da parte di consumatori in tema di dieta, sicurezza alimentare e tutto ciò che ha a che fare con il cibo. Purtroppo, infatti, se da una parte il tema dell’alimentazione è sempre più presente in tv, sui giornali e in Rete, non sempre le informazioni che circolano sono veritiere e obiettive. Abbiamo quindi rivolto alcune delle domande più frequenti al Gastroenterologo e Nutrizionista dell’ Università campus Biomedico di Roma, Luca Piretta: ecco quindi la seconda parte della sua intervista in cui si parla di carboidrati, carne rossa, frutta e intolleranze… 1. Professor Piretta, parliamo di pasta e riso: in cosa sono diversi? La differenza fondamentale tra questi due cereali è la presenza del glutine (presente nella pasta e non nel riso). Pertanto i celiaci e gli ipersensibili al glutine possono tranquillamente consumare il riso, ma non la pasta (eccetto quella fatta con cereali senza glutine). Si tende a credere che il riso sia molto meno calorico della pasta tuttavia la differenza è praticamente nulla. L’amido del riso ha una composizione leggermente diversa da quello della pasta e questo lo rende più digeribile, ma con un indice glicemico più alto. 2. A proposito di carne: quale è il corretto consumo settimanale di carne rossa? E’ meglio mangiarla a pranzo o a cena? E come abbinarla per renderla più digeribile? Il consumo di carne rossa va limitato (e non abolito) per le numerosissime evidenze scientifiche in merito al rapporto tra l’eccessivo consumo di carne rossa e il maggior rischio di tumore (colon e prostata in particolare) e di malattie cardiovascolari. Tali evidenze si riferiscono alle persone che fanno un uso quotidiano di carni rosse (in particolare se lavorate) e superiore ai 150 grammi. Al contrario, un uso intelligente di questa importante risorsa nutrizionale può garantire un adeguato apporto di proteine nobili e di elevata qualità, di vitamina B12, di zinco, di selenio e di ferro, molto importante per la salute. Direi che un consumo bisettimanale di carne rossa permette un corretto apporto di questi nutrienti in massima sicurezza soprattutto se si assume la carne in associazione a frutta e verdura. Non esistono evidenze scientifiche convincenti che la carne sia più digeribile a pranzo o a cena: è in ogni caso raccomandabile una quantità ridotta serale per favorire la digestione. Abbinare la carne a verdura fresca e a foglia larga rende sicuramente il piatto più salutare; l’impiego del limone o l’abbinamento con la frutta come agrumi o kiwi grazie alla presenza abbondante di vitamina C permette un maggiore utilizzo del ferro contenuto nella carne. 3. C’è un metodo di cottura preferibile? Bisogna evitare le alte temperature (come la cottura alla griglia) perché queste facilitano la liberazione di sostanze tossiche e dannose alla salute, come anche capita con le fritture. Nulla deve proibire la grigliata saltuaria, ma abitualmente deve essere utilizzato un metodo di cottura breve e a temperature medie. 4. E siamo alla frutta: meglio consumarla a fine pasto o come spuntino? Io suggerirei il consumo come spuntino, non perché faccia male dopo i pasti, ma semplicemente per sfruttare il suo alto potere saziante, innecessario a fine pasto, più utile a metà mattino o a metà pomeriggio in particolare per chi è in sovrappeso. Per facilitare la digestione è sempre meglio mangiare poco e frazionato e pertanto se si è mangiato un primo e un secondo è sicuramente meglio lasciare la frutta come spuntino, se invece si è mangiato solo un secondo si può tranquillamente completare il pasto con un frutto. 5. Sembrerebbe che negli ultimi anni sono aumentate le persone che soffrono di intolleranze alimentari, è davvero così? In parte è vero ma sono anche semplicemente aumentate le conoscenze e quindi è più facile pensarci. Purtroppo per colpa di test molto diffusi (ma privi di validità scientifica) molte persone si fanno fare diagnosi di intolleranza alimentare con grande leggerezza e superficialità attribuendo ad alcuni alimenti, verso i quali sostengono di essere intolleranti, proprietà tossiche o ingrassanti e sono invitate a privarsi di alcuni cibi che invece possono essere molto importanti per una corretta alimentazione. LEGGI LE ALTRE RISPOSTE DEL PROFESSOR PIRETTA

Autore: Simona Volpe Data: 6 ottobre 2016
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