Perché è importante l’educazione finanziaria?

Mauro Antonelli
23 Maggio 2016
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servizi finanziariSecondo un’indagine dell’Università di Roma “Tor Vergata” la cultura finanziaria degli italiani è troppo scarsa. Ciò mette a rischio le capacità decisionali con spiacevoli conseguenze.

Qual è il livello di conoscenza in materia finanziaria degli italiani?

Abbiamo ormai una certa dimestichezza con conti correnti e assegni, ma certo di finanza non possiamo proprio dirci esperti. L’ultima certificazione della scarsa attitudine degli italiani riguardo ciò che ruota attorno al mondo della finanza viene da un’indagine condotta da un gruppo di ricercatori della Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata” che, con il supporto dell’Unione Nazionale Consumatori, ha analizzato il grado di preparazione su questo settore della popolazione italiana adulta (18-65 anni). Il progetto, coordinato da Gianni Nicolini, professore associato di Economia degli Intermediari Finanziari, ha analizzato le principali tematiche finanziarie di interesse dei consumatori al fine di comprendere come un diverso grado di preparazione possa influire sulle decisioni e sui comportamenti, quali ad esempio indebitamento, investimento, pagamenti. La ricerca ha riguardato sia concetti generali, quali il calcolo degli interessi e l’impatto dell’inflazione, sia l’utilizzo di specifici prodotti come conti correnti, carte di credito e mutui.Il primo dato di sintesi che lo studio ha evidenziato, analizzando la popolazione italian,a è che il tasso di risposte corrette ad una serie di domande su conoscenze e competenze finanziarie è stato mediamente solo del 47%Il campione, composto da 500 individui, ha risposto in modo corretto soprattutto riguardo all’utilizzo dei conti correnti (74%) e all’uso dei bancomat e delle carte di credito (62%). Diversamente, appena il 26% degli intervistati è stato in grado di dare risposte corrette ai quesiti relativi il mercato azionario e obbligazionario. Questa differenza mostra come certe pratiche siano più consolidate e diffuse di altre e come tematiche strettamente finanziarie quali investimenti, azioni e mutui siano di più difficile comprensione. Dall’indagine si evince inoltre che solo il 43% delle famiglie ha conoscenze adeguate sui mutui, mentre soltanto 45% sa effettuare correttamente un calcolo degli interessi. Le già scarse conoscenze subiscono un’impennata negativa quando si parla di sistema previdenziale, le cui dinamiche sono conosciute da appena il 34% degli intervistati. Il fatto poi che i giovani sotto i 30 anni siano in grado di rispondere solo ad una domanda su quattro in materia assicurativo-previdenziale suggerisce una scarsa attenzione verso bisogni di medio-lungo termine che potrebbe esporre a rischi di mancata pianificazione e ad effetti negativi non marginali in termini di capacità di spesa e di qualità della vita una volta raggiunta l’età pensionabile.

Differenze di genere

Altro elemento che i ricercato hanno studiato, riguarda la differenza di genere. Le donne sembrano avere una formazione finanziaria media inferiore rispetto agli uomini, che hanno risposto correttamente al 9% in più dei quesiti. Tale differenza può trovare una giustificazione nella tendenza in ambito famigliare a una ripartizione dei compiti, in base alla quale si tende a delegare a uno dei membri -spesso l’uomo- la gestione finanziaria.

Fasce di età e aree geografiche

Uno degli elementi che sembra influenzare maggiormente la conoscenza finanziaria è l’esperienza maturata: le persone riescono a sviluppare una migliore comprensione dei concetti finanziari con i quali si sono dovuti confrontare nella loro vita di ogni giorno. Ciò è dimostrato dal fatto che la fascia di età che ha raggiunto il punteggio più elevato è quella fra i 56–60 anni con il 55% di risposte esatte, mentre quella tra i 18 e i 24 anni ha saputo rispondere solo ad una domanda su tre. Ragionando in termini di aree geografiche, la ricerca ha messo in luce una sostanziale uguaglianza di conoscenze fra centro (50%) e nord (49%) mentre la percentuale scende al 43% nel Mezzogiorno e nelle isole.

Perché è così importante avere un minimo di cultura anche in ambito finanziario

L’analisi ha poi indagato concetti basilari che dovrebbero rientrare nel vocabolario comune di un cittadino in quanto avere una certa dimestichezza con termini quali inflazione e tassi d’interesse può rappresentare elemento di autotutela nel valutare l’adeguatezza di soluzioni proposte dal mercato. Coloro che possiedono una certa cultura finanziaria sono infatti in grado di prendere decisioni informate e ragionate sui propri risparmi, investimenti e spese, mentre le persone prive dei più basilari concetti finanziari sono incapaci di gestire anche le più semplici operazioni finanziarie e rischiano di incorrere in gravi errori, spesso con spiacevoli conseguenze. Un adeguato livello di conoscenza del funzionamento dei principali prodotti e servizi finanziari è indispensabile per sviluppare capacità di analisi e competenze in ambito decisionale che garantiscano la corretta scelta dell’interlocutore istituzionale e limitare il più possibile l’incorrere in frodi finanziarie. L’ignoranza può portare con sé costi davvero significativi. Infatti, i consumatori che non riescono a comprendere concetti come quello d’interesse, inflazione o diversificazione dei rischi, si ritrovano spesso a spendere di più in inutili transazioni finanziarie, ad accumulare debiti e scegliere prestiti poco vantaggiosi e talvolta finiscono col prendere in prestito di più e risparmiare meno di quanto potrebbero. Al contrario, chi possiede solide conoscenze finanziarie riesce più facilmente a pianificare investimenti ed elaborare uno schema pensionistico per accumulare risparmi. Conoscenze Finanziarie degli Italiani – Final report 2016 Autore: Rebecca Manacorda
Data: 23 maggio 2016
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