ART. 41 COST.- Libertà di impresa nel rispetto del consumatore

Andrea Fiorentini
18 Giugno 2010
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Comunicato stampa dell’Unione Nazionale Consumatori

Roma, 18 giugno 2010 – "La libertà di impresa non può travalicare quella della sua controparte naturale e cioè quella del consumatore". E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), commentando il dibattito in atto sulla modifica dell’art. 41 della Costituzione. "Perché il nostro mercato sia competitivo anche a livello europeo ¬prosegue Dona, che è anche il rappresentante italiano nel Gruppo Consultivo Europeo (ECCG)- non si può trascurare la rilevanza del secondo comma dell’art. 41 Cost. secondo il quale la libertà di iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana".

"In controluce vi si possono leggere ¬ secondo Dona- i diritti dei consumatori le cui esistenze, al giorno d’oggi, non possono dirsi pienamente sicure, libere e dignitose: la crescente presenza sul mercato italiano di prodotti e servizi sempre meno rispettosi di alcune minime regole di sicurezza (anche a causa degli scarsi controlli operati dal nostro sistema di sorveglianza), il diffondersi di pratiche commerciali ingannevoli ed aggressive (certificato dai continui interventi dell’Autorità Antitrust), l’escalation di prezzi e tariffe, spesso ormai svincolati dai reali costi di produzione, sono inequivocabili segnali del decadimento dei valori indicati dal secondo comma dell’art. 41 della Costituzione".

"Il consumatore -spiega Dona- non è mai nominato nella nostra Carta Costituzionale per il fatto che nel 1947 questi non era ancora un soggetto cui gli ordinamenti continentali riconoscevano autonoma considerazione, nonostante Adam Smith avesse dichiarato, già nel lontano 1776, che: ‘Il consumo è l’unico fine e l’unico proposito della produzione. E gli interessi del produttore debbono essere tenuti in conto, solo nella misura in cui servono a promuovere quelli del consumatore’ ".

"Del resto neppure i Trattati di Roma che diedero vita alla Comunità Economica Europea, pur citandolo incidentalmente, dedicavano al consumatore l’attenzione che oggi gli è invece riconosciuta nella moderna Unione Europea. Ma questa evoluzione-prosegue Dona- deve indicare che è giunto il momento di riformulare anche l’art. 41 della Costituzione italiana nella prospettiva di un espresso riconoscimento della figura del consumatore, quale titolare dei diritti fondamentali che già gli riconosce l’art. 2, comma 2, del Codice del consumo italiano (d.lgs 205/2006)".

L’Unione Consumatori ha rivolto questa formale richiesta al Capo dello Stato, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del consiglio dei Ministri ed intende raccogliere intorno a questa richiesta la mobilitazione dei giuristi, degli economisti, di tutti gli operatori del mercato, dei colleghi delle organizzazioni di consumatori e, soprattutto, della gente comune. Sono proprio i cittadini, l’anello debole del mercato, i soggetti maggiormente esposti a quella che Massimiliano Dona ha in passato definito alla stregua di una vera e propria "segregazione di consumo".

Roma, 18 giugno 2010

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