CLASS ACTION – Ecco il testo proibito

Andrea Fiorentini
3 Dicembre 2008
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Comunicato stampa dell’Unione Nazionale Consumatori

Roma, 3 dicembre 2008 – “Avevano tutte le ragioni per tenerlo nascosto nel cassetto, perché è evidente la mano di Confindustria”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando il nuovo articolato di riforma della class-action, da oggi disponibile sul sito dell’Unione Consumatori (www.consumatori.it).
“Abbiamo deciso di divulgare il testo -prosegue l’avv. Dona- non appena ne siamo entrati in possesso, perché non è ammissibile questo assordante silenzio su un tema così importante per tutti i cittadini che sono quotidianamente offesi dalle scorrettezze delle grandi aziende”.
“Nel merito -continua il Segretario generale- si comprendono le ragioni della inusuale riservatezza adottata dal Governo rispetto al nuovo testo di legge: una procedura completamente nuova rispetto all’attuale articolo 140-bis del Codice del consumo che, invece di risolverne le criticità, è tutto ispirato dalla preoccupazione di realizzare meccanismi tali da proteggere le aziende scorrette dal rischio di dover concretamente rispondere ai cittadini in caso di danni seriali: in tal senso si devono interpretare la previsione di un controllo del Giudice circa il fatto che il proponente appaia ‘in grado di curare adeguatamente l’interesse della classe’ (con forti dubbi di costituzionalità) e l’irrigidimento della competenza territoriale (rimessa ai tribunali del capoluogo di Regione evidentemente ‘più controllabili’). Ma lascia perplesso anche l’onere di pubblicità a carico di chi avvia l’azione, come condizione di procedibilità”.
“Un altro aspetto caratterizzante della nuova disciplina -conclude l’avv. Dona- è certamente quello della legittimazione attiva oggi estesa a ciascun individuo e non più consentita solo agli enti collettivi: essa nasconde il tentativo di annacquare il ruolo delle associazioni dei consumatori e di favorire la lobby dell’avvocatura che evidentemente ha avuto modo di interferire sull’attività legislativa molto più di quanto non abbiano potuto fare i rappresentanti dei cittadini”.

Roma, 3 dicembre 2008

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