CLASS ACTION – L’assordante silenzio di Confindustria

Andrea Fiorentini
7 Gennaio 2010
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Comunicato stampa dell’Unione Nazionale Consumatori

Roma, 7 gennaio 2010 – “Nessuna protesta da Cortina né da St. Moritz”. Ironizza sull’assordante silenzio di Confindustria l’avv. Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando l’entrata in vigore della class-action dal 1° gennaio sulla quale non si è fatta sentire la voce delle imprese.

“Saranno ancora in vacanza gli imprenditori italiani, ma sono certo che se la nuova class-action li avesse in qualche modo preoccupati si sarebbero fatti vivi anche dalle piste di sci. Questo silenzio condiscendente dimostra, invece, che l’attuale normativa è di loro gradimento!”

“Evidentemente -incalza Dona- hanno parlato quando era necessario influire sull’art. 140-bis per condannarlo ad essere una scatola vuota. Oggi possono limitarsi a sfogliare i giornali, davanti al camino, dopo aver tolto la tuta da sci, godendosi un bel the caldo e leggendo qua e là le notizie del teatrino messo in scena intorno ad un soggetto (la class-action, appunto) di quart’ordine”.

“ ‘Da operetta’ -secondo Dona- sarebbero non solo gli annunci di azioni miliardarie già proclamati forse per colpa della sbornia di capodanno, ma anche alcuni pessimismi ad oltranza di quelli che continuano a parlare di ‘scatola vuota’ o ‘strumento inutilizzabile’ ”.

“E sì perché -conclude Dona- adesso questa è la legge sull’azione di classe italiana ed andrà utilizzata seppur con moderazione, acume e spirito pratico: ad esempio scegliendo delle cause accessibili e realizzabili in tempi brevi, magari promuovendole contro aziende che, consapevoli di aver tradito la fiducia dei consumatori, siano inclini a porre rimedio ai comportamenti scorretti risarcendo spontaneamente i danneggiati in via transattiva così da rendere inutile di condurre l’azione collettiva fino in porto, cogliendone tuttavia l’effetto più importante e cioè quello di ottenere giustizia in tempi brevi dai danni collettivi”.

Roma, 7 gennaio 2010

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