OGM: il vero pericolo è la disinformazione

Redazione UNC
25 Giugno 2015
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I Ministri dell’Ambiente dell’UE hanno raggiunto un accordo per la predisposizione di una norma legislativa che lascia liberi gli Stati di autorizzare o meno la coltivazione di piante OGM sul loro territorio. Attualmente possono essere coltivate e utilizzate anche a scopo alimentare soltanto quelle piante OGM che hanno superato il vaglio dell’Autorità Alimentare Europea (EFSA) e degli organi legislativi della UE; nelle varie sedi “regolatorie” che portano alla emanazione delle norme di legge sono presenti i rappresentanti di tutti i Paesi Comunitari inclusi ovviamente quelli italiani. In definitiva, quindi, gli OGM “autorizzati” sono legali e quindi possono essere utilizzati come alimenti in tutto il territorio UE. Secondo quanto previsto con questo ultimo accordo, invece, gli OGM non potranno essere coltivati nei Paesi che, per motivi anche di politica agricola, non vogliono farlo. E’ il caso di ricordare che per molti Paesi dell’UE, e soprattutto per l’Italia, a causa di insufficienti produzioni nazionali, esiste una forte dipendenza dall’importazione di soia (ma anche di cereali come il mais) dai mercati internazionali dove questi prodotti sono nella quasi totalità OGM. Anche se non tutti lo vogliono ammettere, le condizioni climatiche del nostro Paese in alcuni anni non sono particolarmente propizie per la coltivazione e la raccolta del mais che, insieme alla soia, è il costituente di base dei mangimi utilizzati negli allevamenti zootecnici. Se si dovesse bloccare l’importazione di soia OGM si metterebbe in ginocchio la zootecnia italiana e con essa alcune produzioni tipiche di formaggi e di salumi. Bisogna aggiungere che i costi delle produzioni agricole in Italia sono molto più elevati di quelli di altri Paesi: appare evidente che per ragioni di convenienza e di praticità siamo obbligati ad importare soia e mais OGM, nonostante i molti pareri contrastanti soprattutto delle organizzazioni di agricoltori che difendono strenuamente le produzioni italiane locali e sono contrarie alla introduzione di qualsiasi semente OGM anche perché ritengono che possono contaminare l’ambiente. A queste posizioni contrarie di ordine pratico si aggiungono quelle di carattere ideologico per cui anche buona parte dell’opinione pubblica guarda con sospetto alle coltivazioni di OGM. L’aspetto che sembra essere trascurato e che, forse, invece andrebbe preso in considerazione è quello scientifico: sarà forse una curiosità, ma la maggior parte degli scienziati che hanno studiato gli OGM sono favorevoli all’impiego di quelli di cui è stata comprovata la sicurezza. La decisione presa dai Ministri dell’Ambiente è l’evidente frutto di un compromesso che deve ancora superare il vaglio delle Autorità amministrative e politiche della UE che dovrà trasformarla in una Direttiva o un Regolamento. Il vero punto cruciale, di cui ovviamente nessuno vuole parlare, è che gli OGM possono essere una grande opportunità per il futuro di miliardi di persone affamate. Proprio per questo motivo i ricercatori di tutto il mondo stanno studiando alacremente e spesso in modo silente per sviluppare nuovi OGM che brevetteranno e che imporranno nei prossimi anni. Come è noto il nostro Paese fa eccezione e non favorisce la ricerca sugli OGM, ma addirittura la boicotta. Sembra opportuno un cambiamento di rotta che non necessariamente deve portare ad una totale apertura agli OGM, ma quanto meno ad un approfondimento sulla loro conoscenza anche per poter fare un’adeguata valutazione dei rischi e dei benefici che si possono ottenere. Sull’argomento, leggi anche l’articolo di Agostino Macrì pubblicato sulla rivista scientifica “Alimenta”
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