Dentista: 10 consigli per fare la scelta giusta

Redazione UNC
3 Ottobre 2018
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dentista Secondo gli ultimi dati Istat, il 41,9% degli italiani non può permettersi una spesa imprevista di 800 euro. Le prestazioni odontoiatriche, quindi, rientrano tra quelle che non tutti possono permettersi. A fronte di un’offerta pubblica inadeguata, i consumatori sono costretti a rivolgersi a strutture private, pagando parcelle costose. Molti rinunciano, così, a curarsi o si rivolgono all’estero. La soluzione richiede, quindi, un intervento pubblico. L’Unione Nazionale Consumatori non può fare altro che dare alcuni consigli per aiutarvi a scegliere bene a chi rivolgersi e prevenire possibili problemi:
  1. Pubblico. Prima di rivolgervi ad un libero professionista, verificate se la prestazione è offerta dal servizio sanitario nazionale ed il nome del dottore, per poter accertare la sua bravura.
  2. Professionista qualificato. Competenza e professionalità sono il requisito più importante. Anche se si tratta di otturare un dente, è bene rivolgersi ad un professionista qualificato. Se poi si tratta di rimediare a problemi più seri, se ci indirizziamo alla persona sbagliata rischiamo di spendere e non risolvere, o peggio ancora, aggravare la situazione. Quindi il primo passo, prima ancora di recarsi nel suo studio privato, è accertare che sia un dentista regolarmente iscritto all’ordine dei medici e degli odontoiatri contattando l’ordine o inserendo il suo nominativo sul sito internet della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, alla voce ricerca anagrafica (https://portale.fnomceo.it).
  3. Competente e bravo. La qualità della prestazione è tutto. Difficile poter sapere, però, se il dentista è effettivamente bravo fino a che non lo si sperimenta su se stessi. In ogni caso provate a chiedere al vostro medico di base, parenti ed amici. Il classico passaparola, insomma, è uno dei possibili criteri preventivi, anche se è condizione non certo sufficiente. Spesso le esperienze dei pazienti sono diversificate e contrastanti.
  4. Locali accoglienti e idonei. L’aspetto non garantisce e non è indicativo della qualità della prestazione, anche se potrebbe essere un indizio utile per capire la poca serietà del professionista. Una targa esterna essenziale che informa è certo meglio di una mira a fare pubblicità. Locali di attesa e arredi puliti e confortevoli, idonei all’uso, sono ovviamente migliori di locali sporchi, che non sono certo indicativi di professionalità. Insomma, non fatevi incantare da una bella segretaria elegante che vi accoglie e vi fa accomodare nella sala d’aspetto. E’ un dettaglio piacevole, ma non ha a che vedere con la bravura dell’odontoiatra. Guardatevi, comunque, intorno. Anche le attrezzature a disposizione dello studio ed i materiali usati potrebbero teoricamente essere un indice della qualità della prestazione, ma difficilmente sarete in grado di capire quali macchinari sono significativi per questa valutazione e quali no, quali sono moderni e quali superati. Stesso discorso per le tecniche e le terapie.
  5. Sicurezza ed igiene. Non si tratta solo di pulizia. Gli strumenti utilizzati dal dentista o sono monouso (il kit per la visita, sterilizzato ed imbustato, va aperto davanti al paziente) e vanno sostituiti dopo il trattamento di ogni cliente oppure vanno sterilizzati in autoclave. Non bastano, ad esempio, i raggi ultravioletti. L’autoclave è importante per evitare infezioni o gravi malattie come l’epatite C. Controllate che il medico indossi guanti e mascherina prima di agire.
  6. Fiducia. E’ importante che il dentista ci ispiri fiducia, ci metta a nostro agio, crei un clima di serenità, anche perché abbiamo il terrore di sentire dolore non appena il trapano entra in bocca. E’ bene, poi, che sia attento, meticoloso e trasparente.
  7. Informazione e dialogo. Vogliamo un dottore che ci parli e ci spieghi in modo semplice e chiaro come stanno i nostri denti, quello che vuole fare e perché, con i rischi e le possibili conseguenze, nel rispetto dell’autonomia di scelta del paziente. Un medico che ci interroghi e si informi della nostra salute e della nostra igiene orale quotidiana e poi ci dia i giusti consigli, dato che la prevenzione ha la sua importanza. Deve, ad esempio, insegnarci, non solo a parole ma mostrandocele e facendole provare, le corrette tecniche di igiene orale. Nella prima visita, poi, deve raccogliere la nostra anamnesi, sapere, cioè, la nostra storia clinica, quali farmaci stiamo assumendo e così via. La comunicazione, insomma, è importante, anche per instaurare un rapporto di fiducia. Se fa poche domande, quindi, è un cattivo segno. In ogni caso, fatele voi, così da poter giudicare il dentista sia sulla base delle risposte che rispetto alla sua disponibilità al dialogo. Se non capite qualcosa, fatevi rispiegare, senza sentirvi in colpa. Fa parte del lavoro del dentista farsi comprendere.
  8. Preventivo. Chiedi sempre un preventivo scritto, chiaro e dettagliato. Se l’odontoiatra tergiversa ed è impreciso, meglio cambiare aria. Chiedete poi spiegazioni in caso di dubbi. Ricordatevi che non ci sono più le tariffe minime e massime dell’Ordine. Concordare sempre per iscritto eventuali variazioni ed ulteriori cure. Se la cura si deve protrarre nel tempo, chiedete di pagare parzialmente dopo un certo periodo, onde evitare brutte sorprese. Ovviamente, inutile chiedere un preventivo se poi non lo fate rispettare.
  9. Chiedete più preventivi e più pareri. Specie se l’intervento è costoso o la prestazione complicata, è bene chiedere il parere di più dentisti, esattamente come facciamo quando ci dicono che dobbiamo fare un intervento chirurgico. Diffidate, comunque, di prezzi eccessivamente bassi, irrisori e fuori mercato, che possono nascondere materiali scadenti o altre insidie. Attenzione ai dentisti che si fanno pagare anche solo per il preventivo.
  10. Pagamento. “Vuole la fattura?”. Chi non se l’è sentito chiedere… e se chiedete lumi vi diranno: “se vuole la fattura le devo aggiungere l’Iva”. Peccato che le prestazioni sanitarie siano esenti dall’Iva. Insomma, vi fanno uno sconto se gli consentite di evadere, dato che il dottore, semmai, versa l’Iva solo sui materiali usati. Considerate anche che ci sono le detrazioni fiscali, che sopra una certa soglia non potete pagare in contanti ed, infine, che se non vi rilascia neanche una ricevuta e non potete dimostrare il lavoro che vi ha fatto, in caso di problemi sarà impossibile farsi risarcire i danni per un intervento svolto male. Non versate anticipi prima dell’inizio dei lavori e pagate solo per le prestazioni già eseguite. Se vi propongono di concludere contratti di finanziamento con società finanziarie, non accettate senza prima esservi rivolti alla vostra banca e ad altre finanziarie per confrontare altre opzioni. Non sarebbe, male, infine, che rispettassero gli orari degli appuntamenti. Infine, dato che prevenire è meglio che curare, cercate di non andare dal dentista solo quando avete male ai denti.
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Autore: Mauro Antonelli Data: 03 ottobre 2018
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