Acqua: quale bere?

Redazione UNC
21 Luglio 2017
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Dopo aver parlato della differenza fra l’acqua in bottiglia e quella del rubinetto e del sapore dell’acqua (LEGGI LA PRIMA PARTE DELL’ARTICOLO), il nostro speciale prosegue con un approfondimento sull’acqua “filtrata”, le acque minerali e il parere di Luca Lucentini, Direttore Reparto Igiene delle Acque Interne all’Istituto Superiore di Sanità’, sulla sicurezza dell’acqua.

L’acqua “filtrata”

Anche le acque di rubinetto possono essere modificate da un punto di vista organolettico: esistono infatti dei dispositivi con filtri depuranti che permettono di allontanare molti microrganismi eventualmente presenti, ma anche alcuni elementi minerali e anche le eventuali tracce di cloro.  A questi impianti è spesso associato un dispositivo di “gassificazione” e quindi è possibile ottenere l’acqua frizzante. La tecnica viene praticata in molti esercizi pubblici e anche da amministrazioni comunali che erogano acqua trattata da fontane pubbliche. I filtri possono trattenere sali minerali e quindi modificare il valore nutrizionale dell’acqua. E’ di fondamentale importanza la manutenzione degli impianti: per essere sicuri di non incorrere in pericoli bisogna fare molta attenzione nel cambiare regolarmente i filtri per evitare che si “intasino” e che invece di “depurare” finiscono con l’inquinare. Attenzione anche alle pubblicità di questi dispositivi che non sempre sono veritieri in quanto attribuiscono alle acque che si ottengono inesistenti proprietà salutistiche. Ricordiamo che alla fine è sempre acqua.

Acque minerali: fanno bene alla salute?

Il mercato delle acque minerali muove importanti interessi economici e le aziende cercano di imporre i loro prodotti con messaggi promozionali. Bisogna fare attenzione ai messaggi “salutistici”: alle volte vengono esaltate proprietà (come quella diuretica) che in effetti sono comuni a tutte le acque. La realtà è che, almeno al momento, non ci sono acque che possano vantare nelle etichette proprietà salutistiche e quindi bisogna fare attenzione a quelle pubblicità che lasciano intendere benefici particolari per la nostra salute. Anche se le bottiglie delle acque minerali sono studiate per garantirne l’integrità, è opportuno che vengano conservate in luoghi freschi e lontano dalla esposizione diretta alla luce solare. Infine è bene dare uno sguardo ai prezzi delle acque minerali che presentano delle oscillazioni molto importanti. Sono molti i fattori che li condizionano e, probabilmente, quello che incide meno è il costo di produzione. Incidono invece molto i trasporti e poi i ricavi dei distributori che, soprattutto nelle bottiglie più piccole, portano a far costare l’acqua da sessanta centesimi fino a quattro-cinque euro il litro.  Presi dalla sete non ci facciamo caso, ma quando è possibile, piuttosto che acquistare mezzo litro di acqua in bottiglia è meglio cercare una fontana pubblica. In conclusione bere acqua è indispensabile e farlo con abbondanza fa anche bene alla salute. Abbiamo una ampia possibilità di scelta e facciamola sulla base del nostro gusto, magari alternando le diverse acque e facendo anche attenzione a quello che spendiamo.

Il parere dell’esperto

Ecco il parere di Luca Lucentini, Direttore Reparto Igiene delle Acque Interne all’Istituto Superiore di Sanità’, sulla sicurezza dell’acqua: “Acque minerali naturali e Acque destinate al consumo umano (potabili) sono sottoposte a diversi quadri normativi, funzionali ai differenti obiettivi che caratterizzano le due tipologie di acque. Fermo restando, infatti, gli obiettivi di assicurare in tutti i casi la sicurezza igienico-sanitaria d’uso delle acque, la normativa sulle acque minerali naturali, che si riferisce comunque a un bene di consumo, è funzionale a garantire che l’acqua abbia caratteristiche rigorosamente rispondenti ai requisiti di legge per le diverse tipologie di acque minerali naturali, (riconoscendo specificamente ogni tipologia di acqua minerale attraverso atti normativi dedicati) e che le caratteristiche originali dell’acqua prelevata da giacimenti sotterranei protetti siano garantite fino al momento del consumo. La normativa sulle acque potabili, d’altro canto, risponde all’esigenza di garantire l’accesso all’acqua a tutta la popolazione, principio universale definito in sede ONU e recepito a livello UE e nazionale, applicandosi a ogni tipologia di acqua da bere e impiegare per preparazioni alimentari e per ogni altro uso domestico. Le direttive europee declinate sul piano nazionale e regionale garantiscono infatti che le acque destinate al consumo umano non presentino rischi per la salute del consumatore e si integrano con l’esigenza di garantire forniture idro-potabili di qualità, quantità, accessibilità, continuità e costi adeguate per l’intera popolazione”.   LEGGI LA PRIMA PARTE DELL’ARTICOLO ACQUA QUALE BERE?

Autore: Agostino Macrì Data: 26 luglio 2017
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