Food delivery tra sicurezza e sostenibilità

Sonia Galardo
6 Giugno 2022
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Complice la pandemia, il food delivery (vale a dire la consegna a casa del pasto pronto) ha continuato inarrestabile la sua corsa, fino a diventare un’abitudine consolidata nelle case degli italiani. Secondo il CSI, organismo leader nel testing e verifiche di qualità nel campo, tra gli altri, della sicurezza alimentare e membro del Gruppo IMQ, il food delivery nel 2021 ha registrato una crescita del 59% rispetto al 2020. Ma per consumare in tutta tranquillità i nostri pasti a casa, è necessario porre sempre attenzione a sicurezza e sostenibilità.

La sicurezza degli alimenti: focus sul packaging

La sicurezza chiama inevitabilmente in causa il packaging: gli imballaggi non solo non devono alterare i cibi evitando così di variarne composizione, gusto e odore, ma soprattutto non devono rilasciare sostanze che possano contaminare gli alimenti e quindi mettere in pericolo la nostra salute (per saperne di più leggi ABC dei MOCA, Materiale e Oggetti a Contatto con Alimenti). Inoltre, ogni alimento ha bisogno del suo packaging. Ad esempio, un contenitore in alluminio è preferibile per alimenti a rischio muffe, ma è da evitare in caso di cibi fortemente acidi o salati. Bisogna poi far attenzione alla temperatura. Se il nostro pasto non è alla giusta temperatura quando vogliamo consumarlo, dobbiamo verificare che il contenitore utilizzato per la consegna possa essere utilizzato nel forno o nel microonde. In questo modo, eviteremo rischi legati alla migrazione di sostanze tossiche indesiderate nel cibo. Se invece la pietanza arriva fredda e sul packaging non è riportata alcuna indicazione in merito al suo utilizzo nel forno, meglio trasferire il cibo in una padella adatta e riscaldarlo tra i 60° e 80° per assicurarsi anche di abbattere eventuali microbi.

La sostenibilità del food delivery

L’altra sfida a cui il food delivery non può farsi trovare impreparato è quella della sostenibilità. Per favorire il corretto smaltimento nei contenitori della raccolta differenziata e il conseguente riciclo dei materiali, i contenitori del food delivery devono rispettare la legge in materia di etichettatura ambientale.  Come rilevato dal CSI, il comportamento di chi produce food delivery sembra comunque virtuoso: carta e cartone, polimeri PLA (polimero acido polilattico), polimeri biodegradabili, cellulosa, legno e polpe derivate, sono infatti tra i materiali più utilizzati, proprio per la loro sostenibilità.

Come smaltire i contenitori del food delivery

Se sul packaging del nostro pranzo pronto non c’è alcuna indicazione sulla possibilità di riutilizzo, occorre smaltirlo e non riutilizzarlo. Ma come smaltire correttamente? Ecco le indicazioni che ci ricorda il CSI:
  • I contenitori di carta e cartone sporchi di residui di alimenti non possono essere riciclati e dobbiamo gettarli nei rifiuti indifferenziati.
  • Se il contenitore è in plastica, va risciacquata correttamente prima per eliminare i residui alimentari prima di gettarla nella raccolta della plastica.
  • Contenitori e posate compostabili sulle quali compaiono i corretti loghi di attestazione, possono essere gettati nella raccolta dell’umido insieme agli avanzi e scarti alimentari.
  • Se sul packaging è presente il disegnino di un uomo che getta la carta, l’imballaggio del prodotto non è riciclabile e pertanto va gettato nell’indifferenziata.
  • Spesso i vari Comuni differiscono tra loro per potenzialità di smaltimento. Dunque le regole per una corretta raccolta differenziata possono essere diverse localmente e dobbiamo verificarle a seconda del Comune in cui ci troviamo.
L’ESTATE SI AVVICINA, NON PERDERE I NOSTRI PREZIOSI CONSIGLI PER CIBI SICURI ANCHE IN VACANZA

Autore: Sonia Galardo
Data: 6 giugno 2022
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