GIOCO D’AZZARDO – Lo Stato lucra sulle illusioni della gente

Andrea Fiorentini
19 Luglio 2011
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Comunicato stampa dell’Unione Nazionale Consumatori

Roma, 19 luglio 2011 – “Legalizzare il gioco d’azzardo non è la strada migliore per fare cassa in periodo di crisi.” E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), in riferimento alle nuove regole sul poker on line e i giochi da casinò, entrate in vigore in questi giorni.

“Dadi, black jack e roulette -afferma Dona- usciranno dagli ambienti riservati della sala da gioco per entrare nelle case degli italiani. Basterà, dunque, collegarsi dal computer o, peggio, dal proprio smartphone per puntare soldi veri e non più il semplice gettone prepagato che si utilizzava fino ad oggi. Per i giocatori incalliti che da tempo avevano trovato il modo di dribblare i divieti giocando illegalmente sui siti stranieri non cambierà nulla -prosegue il Segretario generale- perché continueranno a farlo: il vero problema, invece, riguarderà tutti quei consumatori che decideranno d’avvicinarsi al tavolo verde sperando così (stupidamente) di dare una svolta alla propria vita”.

“In questo settore -prosegue l’avvocato Dona- lo Stato manca ancora una volta di svolgere il suo ruolo sociale che svende in nome dei lauti guadagni procurati dalla dabbenaggine della povera gente”. “Andrebbe anche contrastato -conclude Dona- il messaggio veicolato da alcuni spot che, facendo leva su testimonial simpatici e rassicuranti incoraggiano i consumatori a sfidare la sorte: l’Unione Nazionale Consumatori ha segnalato all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria la pubblicità ‘10 e Lotto’ in cui il popolare attore Claudio Bisio invita il telespettatore a tentare la fortuna sostenendo che ‘vincere è ancora più semplice che giocare’”.

“La fortuna, probabilmente, esiste e forse busserà anche alla porta di qualcuno -conclude Massimiliano Dona- ma deve essere ben chiaro che per ogni vincitore si contano innumerevoli sconfitti e alla fine a vincere è soprattutto il banco!”

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