#IOSEGNO – L’UNC appoggia la campagna per la LIS

Andrea Fiorentini
5 Aprile 2013
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Comunicato stampa dell’Unione Nazionale Consumatori

L’Unione Nazionale Consumatori dà il suo sostegno alla campagna #iosegno lanciata qualche giorno fa da un gruppo di ragazzi sordi per chiedere ai Presidenti e ai capigruppo del Senato e della Camera dei Deputati di adoperarsi affinché anche in Italia venga riconosciuta ufficialmente la Lingua italiana dei segni (LIS).

Roma, 5 aprile 2013 – "Il riconoscimento della LIS come una vera e propria lingua è fondamentale per garantire ai sordi la libertà di comunicare e integrarsi". E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (https://www.consumatori.it),  annunciando il sostegno dell’associazione a #iosegno la campagna lanciata qualche giorno fa da un gruppo di ragazzi sordi, tutti sotto i 30 anni, per chiedere ai Presidenti e ai capigruppo del Senato e della Camera dei Deputati di adoperarsi affinché anche in Italia venga riconosciuta ufficialmente la Lingua italiana dei segni (LIS).

"Dopo la bella esperienza dello scorso anno -ricorda Massimiliano Dona (segui @massidona su Twitter)-  quando un nutrito gruppo di sordi è stato ospite del nostro Premio Vincenzo Dona tradotto in lingua dei segni, ci sentiamo particolarmente vicini alle persone con questo tipo di disabilità. E importante tenere a mente -aggiunge il Segretario generale- che i sordi, come anche altre persone con disabilità, sono consumatori ed è dunque fondamentale che abbiano le stesse tutele degli altri soggetti del mercato, ma anche che siano messi nella condizione di poter esercitare in maniera consapevole l’atto di consumo".

"Accogliamo con soddisfazione -conclude Dona- l’impegno del Presidente Pietro Grasso (anche lui presente alla nostra edizione del Premio tradotta in LIS) a sollecitare una nuova iniziativa legislativa per il riconoscimento della lingua dei segni: siamo convinti che il vero obiettivo non deve essere la semplice integrazione, ma la partecipazione consapevole di tutti i soggetti, anche i più deboli, alla vita collettiva e dunque al mercato".

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