ISTAT: carrello della spesa aumenta, 60 euro in più

Redazione UNC
31 Marzo 2015
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Roma, 31 marzo 2015 – “Il quantitative easing è partito solo il 9 marzo, quindi è normale che l’Italia sia ancora, per il terzo mese consecutivo, in deflazione” ha dichiarato Massimiliano Dona (segui @massidona su Twitter), Segretario Generale dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando il dato Istat secondo il quale, a marzo, la deflazione rimane stabile a -0,1%, lo stesso livello di febbraio. “Quello che, invece, è meno normale e ci preoccupa è che i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona salgano ancora su base annua, passando dal +0,7% di febbraio a +0,9” ha proseguito Dona. “L’aumento del carrello della spesa è allarmante e ha risvolti dal punto di vista sociale, perché colpisce anche quel 14,3% delle famiglie che non riesce più a pagare le bollette di luce e gas. Per un pensionato, ad esempio, significa spendere 34 euro in più. E’ poco per chi ha pensioni d’oro, ma non certo per i pensionati al minimo” ha concluso l’avv. Dona. Secondo i calcoli dell’Unione Nazionale Consumatori, per una coppia con 1 figlio l’aumento dello 0,9% del carrello della spesa significa pagare, in termini di aumento del costo della vita, 60 euro in più su base annua (cfr tabella). Per un pensionato con più di 65 anni sono 34 euro in più, mentre per un single con meno di 35 anni si tratta di 40 euro. Il maggior aumento per la tradizionale famiglia italiana: una coppia con due figli spenderà 62 euro in più.
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