Scuole ai nastri di partenza per milioni di
studenti italiani tra nuove
regole anti-Covid e mille dubbi. Difficile prevedere come andranno i prossimi mesi e se agli studenti sarà garantito un anno di lezioni continuative in presenza, ma quello che diversi consumatori hanno segnalato agli
sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori è molto grave: alcuni Istituti privati, hanno chiesto alle famiglie di firmare un contratto nel quale si impegnano a
pagare l’intero anno anche qualora la scuola dovesse chiudere per nuove emergenze sanitarie. E non è tutto: se i genitori non accettano la clausola, non potranno proseguire con l’iscrizione.
La così detta
clausola COVID ha suscitato naturalmente parecchi malumori perché mette le famiglie, già duramente provate dalla crisi, il
lockdown e il clima di incertezza, in grave difficoltà. Senza contare che costituisce un pericoloso precedente che potrebbe essere emulato da altre realtà come le palestre, le scuole di musica, di lingue o di cucina che potrebbero tentare di riservarsi il diritto di richiedere il canone anche in caso di sospensione delle attività.
La buona notizia è che la clausola non ha alcun valore e, come sostiene il Presidente
Massimiliano Dona in questo video, anche qualora un nuovo Decreto imponesse la chiusura delle scuole, ci troveremmo dinnanzi ad una situazione di
impossibilità sopravvenuta per cui, sebbene non si tratti di
un “disservizio” imputabile all’Istituto, le regole del diritto prevedono che se un fornitore non sia più in grado di offrire la prestazione, questi abbia l’
onere di rimborsare (in tutto o in parte) il pagamento ricevuto.
Non sarebbe lecito, dunque, per gli Istituti pretendere l’intera retta (anche in caso di contratto firmato), ma qualora ci fossero le condizioni per attivare la didattica a distanza, andrebbe rimodulata la quota (aspetto che difficilmente potrebbe trovare applicazione per nido e scuola materna.)
Intanto i legali dell’Unione Nazionale Consumatori stanno valutando alcuni contratti di diversi Istituti scolastici per possibili azioni legali; chi si trovasse in situazioni simili può contattarci sulla pagina
Facebook UNConsumatori.
Autore: Simona Volpe
Data: 14 settembre 2020