Truffa del sì, attenzione ai call center truffaldini

Redazione UNC
26 Settembre 2023
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La truffa del sì funziona così: un call center vi chiama e facendovi rispondere a una domanda che nulla ha a che vedere con l’attivazione di un contratto (ad esempio: “salve il signor Rossi?”), verrà registrata la fatidica parola “sì” che accuratamente montata e quindi rimossa dal contesto originale, sarà utilizzata per l’attivazione di un contratto per la fornitura di luce e gas ad esempio (molte segnalazioni in questo campo). Si tratta naturalmente di un’attivazione contro la vostra volontà e senza che vi abbiano domandato esplicitamente nulla sulla questione. In questo articolo spieghiamo come avviene la truffa del sì, a cosa prestare attenzione e come l’iscrizione al Registro delle opposizione può essere una soluzione

Aumentano i casi con la fine del mercato tutelato?

Molti dei casi della truffa del sì riguardano il settore dell’energia. Si registra un aumento di consumatori truffati con il “sì” imputabile, secondo alcuni, alla fine del mercato tutelato per l’energia: è in atto, infatti, una vera e propria corsa da parte degli operatori del settore per accaparrarsi il maggior numero possibile di clienti, con ogni mezzo. A partire da quel momento, salvo proroghe, i prezzi del mercato energetico non saranno più calmierati e, quindi, starà al consumatore decidere a quale operatore affidarsi per la fornitura di luce e gas: i numeri parlano di circa 15 milioni di utenti e microimprese che ancora non hanno aderito ad una tariffa tra le molte che già sono in circolazione. Un bacino di utenti che fa gola alle aziende, le quali, anche attraverso i call center, ci presenteranno con sempre maggiore frequenza (e insistenza?) le offerte del loro listino, sollecitandoci all’attivazione.

Come difendersi dalla truffa del sì

Il rischio di incappare in delle vere e proprie truffe è quindi alto. Ecco alcuni consigli per evitare spiacevoli inconvenienti:
  • mai concedere i propri dati anagrafici;
  • non fornite mai il vostro codice POD e/o PDR, questi infatti sono i codici univoci che identificano il vostro impianto per il prelievo dell’energia elettrica o del gas;
  • non indicate mai il vostro codice fiscale, è un dato sensibile che non vi deve essere richiesto telefonicamente;
  • così come, non deve essere fornito il vostro codice IBAN, a meno che non siate certi del vostro interlocutore;
  • e, come, ovvio, non pronunciate mai, la fatidica parola “sì”. A chi vi domanda se siete la famiglia Rossi, un chiaro e semplice “siamo noi” sarà più che sufficiente.

Cosa fare se si è vittima della truffa del “sì”?

Il truffato, spesso, si accorge di essere rimasto vittima di un raggiro, quando arriva la prima bolletta da un operatore a cui però, non ricorda di aver fornito nessun consenso. Qualora il consumatore si trovasse in questa situazione, la prima cosa da fare è quella di inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno per “disconoscere il contratto”. In ogni caso i nostri esperti attraverso gli sportelli in home page sono a disposizione per aiutare i consumatori che si trovassero in questa situazione.

Call center molesti, come dire basta

Purtroppo la truffa del sì capita sempre più spesso a causa dell’aggressività di alcuni call center. Naturalmente non tutti i call center operano illegalmente approfittando dell’utente, ma tutti purtroppo lo fanno con insistenza a tutte le ore del giorno. Per dire stop ai call center molesti da più di un anno è attivo il Registro pubblico delle opposizioni. Iscrivere il proprio numero di cellulare al nuovo registro è semplice ed ha valore retroattivo: è possibile farlo direttamente sul sito www.registrodelleopposizioni.it oppure via email scaricando l’apposito form o per telefono, chiamando il numero verde 800 957 766 per le utenze fisse e allo 06 42986411 per i cellulari.  In questo modo i call center in regola dovrebbero smettere di chiamare disturbando a tutte le ore e mettendoci a rischio di attivazioni non richieste. Maggiori informazioni sul sito https://registrodelleopposizioni.it/ 
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