
Reclamo N° 347961

Fabrizio
31 Gennaio 2025
Buongiorno,nel 2022, a causa di un licenziamento, ho deciso di richiedere la NASpI anticipata per avviare un’attività imprenditoriale. Era per me una scelta di speranza e di riscatto, un’opportunità per cambiare vita e costruire qualcosa di mio.
Ho ricevuto un anticipo di circa 18.000 euro, somma che ho utilizzato in buona parte per sostenere le spese di avviamento della mia attività, documentabili con fatture, e per coprire il costo della vita, essendo privo di altre entrate. Purtroppo, dopo poco più di un anno, l’attività non ha generato il fatturato necessario per mantenermi, costringendomi a cercare un nuovo lavoro come dipendente per sopravvivere.
A distanza di una settimana dalla firma del nuovo contratto, ho ricevuto una raccomandata dall’INPS: mi viene chiesta la restituzione totale della NASpI anticipata, circa 18.000 euro, da restituire rateizzati in cinque anni. Questo perché la normativa prevede che chi percepisce la NASpI anticipata per avviare un’attività e successivamente perde lo status di disoccupato debba restituire l’intero importo.
Questa situazione è per me devastante per diverse ragioni:
1. Doppio danno economico: Ho utilizzato quei fondi per avviare l’attività e per il mio sostentamento, ma ora mi viene chiesto di restituire tutto. È come se avessi pagato due volte per il tentativo di creare qualcosa. Se avessi scelto di percepire la NASpI mensilmente, avrei avuto almeno un sostegno continuo (circa 1.400 euro al mese) senza dover affrontare ora questa pesante restituzione.
2. Tassazione senza entrate: Nonostante l’attività non generasse profitti significativi, ho dovuto pagare contributi INPS e altre spese obbligatorie.
3. Incentivo all’imprenditorialità inesistente: Questa normativa rigida non considera chi, come me, cerca di mettersi in gioco per costruire un futuro migliore. In caso di insuccesso, non esistono tutele o vie di uscita ragionevoli.
Ho documenti e fatture che dimostrano come i fondi siano stati effettivamente spesi per l’avvio dell’attività. Non ho agito con leggerezza o malafede, ma mi ritrovo ora in una situazione economicamente insostenibile.
Chiedo un intervento:
Questa normativa dovrebbe essere rivista per evitare di penalizzare chi ha già affrontato un fallimento. Servono soluzioni più eque, come:
La restituzione parziale in base all’effettivo utilizzo dei fondi.
La possibilità di dimostrare con documenti che il denaro è stato utilizzato per l’avvio dell’attività.
Maggiore flessibilità per chi è costretto a tornare al lavoro per sopravvivere.
Oltre il danno, la beffa: chi cerca di costruire qualcosa viene punito due volte, senza alcuna considerazione per il contesto. Spero che questa storia possa aiutare a sensibilizzare le istituzioni e a far sì che nessun altro debba trovarsi in una situazione simile.
Grazie per l’attenzione.
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