Giuliano
16 Novembre 2020
L'obiettivo è di fare una bella class action, in quanto l'argomento interessa parecchi investitori italiani. Chi ha dato la fregatura è l'azienda bolognese IMA, azienda quotata alla borsa di Milano. Nel corso degli anni l'IMA si è presentata come un'azienda solida, leader mondiale nel settore imballaggi, che nel corso degli anni ha distribuito dividendi sostanziosi. Mentre nel 2012 quotava a circa 13 euro, nel 2018 toccava gli 80 e. per azione. Tanti piccoli investitori hanno avuto fiducia in questa azienda, e quindi è apparso come un fulmine a ciel sereno, la notizia che attraverso procedure di difficile comprensione, alla fine sarebbe uscita dalla borsa, riconoscendo un valore dell'azione (68 e.) inferiore ai massimi raggiunti e senza possibilità di modificare in qualche modo il prezzo, in quanto dal momento dell'annuncio, con manovre aziendali, il prezzo è rimasto bloccato attorno ai 67 e. Una bella fregatura per le migliaia di azionisti che credevano nella serietà dell'azienda, nel management e nell'industria italiana. Solo io, piccolo azionista, pensionato, che ne possedevo un quantitativo non certo importante (70 az. per circa 6800 e.) riesco a perderci 1370 euro, e ripeto con l'impossibilità di mediare sul prezzo perchè tanto LORO il prezzo lo gestiscono e non si sposta dai 67/67,5 euro. Quindi prima hanno invogliato, incassato, e poi messa in atto una grande fregatura. Fregatura che questi "furbini" avevano già fatto con la GIMA, stessa storia e stessi dirigenti. Quindi le fregature non vengono solo dagli imbroglioni riconosciuti, ma anche da quelli vestiti bene e che risultano lodati dalla società. Tutto questo con il placet della Consob che dovrebbe tutelare gli azionisti. Informatevi sul caso, e se lo sviluppate avrete molteplici adesioni, ve lo assicuro, sentendo ogni giorno le lamentele come le mie su vari blog. Saluti!
