Reclamo N° 97743

Simone
05 Maggio 2018
Salve, scrivo qui per descrivere il mio problema che a mio avviso denota una comportamento ingannevole da parte di alcune catene di distribuzione quali ad esempio conad, iperpan, Carrefour. Il problema riguarda l'utilizzo dei buoni pasto a seguito della riforma sull'utilizzo. Dal 8aprile (nell'esempio la catena iperpan) i prodotti di genere alimentare non possono più essere acquistati se definiti in promozione o scontati attraverso buoni pasto. La motivazione fornitami in risposta e che non possono accettare buoni pasto su questi prodotti in quanto l'aliquota iva, tra prodotti in promozione e non, è differente. Si tratta di un insindacabile decisione del gruppo che costringe, arrivati nel punto che viene indicato come abilitato al pagamento attraverso buoni pasto, a mettere mano ogni volta al proprio portafoglio senza poter utilizzare i buoni pasto. Gli scenari essenzialmente sono questi: 1. Si arriva in cassa e si scopre che non si può pagare con buoni pasto perché il prodotto è in offerta. Il cartellino relativo alla promozione non era ancora stato esposto o era stato spostato accanto a dei prodotti adiacenti. 2. Si arriva nel punto vendita abilitato all''acquisto attraverso buoni pasto e i prodotti di tuo interesse (quelli utili a poter preparare un pasto che possa essere trasportato sul luogo di lavoro) sono in offerta e non possono quindi essere acquistati. 3. Si arriva al punto vendita e l'unico prodotto che rispetta particolari problemi alimentari di un cliente e in offerta. Un cliente con particolari problemi alimentari non può acquistare beni sucedanei o surrogati. Ne consegue che nella maggior parte dei casi, arrivati in cassa si deve mettere mano al portafoglio o andar via o lasciare i prodotti sul banco, con grossa perdita di tempo e il rientro in ufficio a mani vuote. Questa pratica e a mio avviso ingannevole perché non soggetta ad un criterio stabile e definito (i prodotti in promozione ruotano sempre e non e dato conoscerli prima di essere arrivati al punto vendita). Il punto vendita reclama sul proprio sito la possibilità di utilizzo dei buoni pasto attirando in questo modo clienti, a dispetto degli esercizi che non applicano tale pratica; la società che emette i buoni al contempo pubblicizza e indica sul proprio sito i punti idonei all'utilizzo senza saper indicare possibili restrizioni con la convenzione. Trovo questo comportamento assolutamente scorretto e pone le basi per qualsiasi tipo di restrizione futura sull'utilizzo dei buoni pasto.
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