Reclamo N° 129115

Eduardo
12 Novembre 2018
- attivazione rapporto TIM "Smart 3 x 2" da aprile 2016, relativamente al quale mi era stato prospettato ( verbalmente ) un costo di 35,00 mensili, omnicomprensivi, con diritto a fruire gratuitamente di un'utenza cellulare che ho reso attiva sulla linea 335.7390557; - chiesto il recesso nel dicembre 2017 per effetto di comunicazione da parte TIM di aumento canone mensile a circa 80,00, quindi oltre il doppio del canone precedentemente concordato; - il credito TIM per i 20 mesi di utenza, a quella data sarebbe dovuto ammontare a circa 850 euro ( 35 euro x 20, oltre 150 euro per IVA al 22% ); - nei 20 mesi di servizio, malgrado la disposizione di RID conferita alla mia banca nell'interesse di TIM, quest'ultima non da mai corso al prelievo, restando pendente una mia posizione di debito per inerzia del gestore. Al contempo TIM si astiene dall'emettere fattura e, al momento di cambiare gestore ai sensi dell'art. 70 comm 4 codice telecomunicazioni ( per effetto della unilaterale decisione di TIM di cambiare, aumentandolo, il costo dei servizi prestati ) non mi mette in condizione di disporre del codice di migrazione necessario per passare ad altro gestore. Inutile stare a descrivere il "palleggiamento" ed il rinvio ai diversi numeri verdi, call-center e "numeri utili"; gran parte di questi gestiti da postazioni all'estero con operatori incapaci ( o piuttosto non messi in grado ) di dare spiegazioni esaustive; - dopo più di un mese, quando finalmente entro in possesso del codice di migrazione, lo stesso mi viene trasmesso nel contesto di una fattura unica, per l'intero periodo dei 20 mesi a cavallo tra 2016 e 2017; modus operandi, peraltro, neppure in linea con i doveri tributari e di bilancio dell' Azienda. Dalla fattura vengo pure a conoscenza che le condizioni praticate sono altre aspetto a quelle a suo tempo concordate, e già presentano un primo aggravio di costi di oltre 400 euro; - malgrado il recesso esercitata a dicembre, successivamente alla fattura di cui sopra, che sembrerebbe coprirebbe l'intero periodo dei 20 mesi per il servizio prestato e malgrado i disservizi dovuti agli ingiustificati ritardi dell'invio del codice di migrazione, mi pervengono ulteriori fatture che con causali tra le più amene e suggestive, ma comunque inquadrabili tutti in un disegno preordinatamene vessatorio ( ne è prova il mancato utilizzo per i 20 mesi del servizio del RID autorizzato e costituente condizione ostativa all'attivazione del contratto ), fanno lievitare il presunto mio debito dai 750 euro concordati agli attuali 1.611,92 euro. Tra le fatture successive a quella originaria, si commenta da sola la causale di una di esse, emessa per 304,65 euro e motivata da "annullamento sconto 3x2 TIN Smart, per cessazione anticipata"; nei fatti un furbo espediente per aggirare le prescrizioni del citato art. 70 comma 4 del codice delle telecomunicazioni, in quanto si contrabbanda l'applicazione di una commissione pesantemente "vessatoria" e come tale non dovuta, sotto forma di mancata applicazione, postuma, di una condizione promozionale, per anticipato recesso. Se a ciò si aggiunge che il mancato recesso è stato determinato dalla inopinata maggiorazione ( del 100% ) delle condizioni concordate, deve convenirsi che tale modo di gestire i rapporti commerciali è materia del Giudice penale.
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