Reclamo N° 96641
Edoardo
26 Aprile 2018
Buonasera,
Nel marzo 2017 ho aperto un'utenza TIM per linea fissa, con relativa attivazione del router in casa.
A fronte della mia completa insoddisfazione per un servizio oltremodo scadente, la richiesta di recesso per l'utenza in oggetto è stata inviata quasi subito, entro i 14 giorni stabiliti per contratto, insieme al dispositivo modem utilizzato per l'attivazione dell'utenza stessa.
Chiamando il Servizio Clienti TIM, mi è stata data conferma della ricezione del pacco contenente il modem, che ho inviato insieme al modulo di recesso regolarmente compilato, sempre nell'aprile 2017.
Per quanto mi riguarda, quindi, consideravo l’utenza a tutti gli effetti disattivata da allora.
Ciononostante, mi sono state consegnate fatture di utilizzo dell'utenza in questione per tutto il 2017 e parte del 2018.
Alla ricezione delle prime fatture, avevo più volte contattato il Servizio Clienti, il quale mi aveva confermato che la pratica di recesso era in corso e che non era necessario procedere con ulteriori pagamenti. Ho quindi continuato ad ignorare le bollette ricevute.
L’avviso di costituzione in mora, ricevuto nel dicembre 2017 da parte di una società di recupero credito, mi ha quindi colto oltremodo di sorpresa. Non riuscendo ad avere riscontro sullo stato della mia utenza tramite i servizi online, mi sono nuovamente rivolto per via telefonica al Servizio Clienti, il quale mi ha avvisato della chiusura della mia linea nel novembre 2017 per morosità.
A fronte di ulteriori solleciti, ho inoltrato un reclamo al Servizio Clienti TIM di cui ho ricevuto esito negativo senza ulteriori spiegazioni.
L’ennesima sorpresa è arrivata nell’aprile 2018 da parte di uno studio legale, il quale ha preso in carico la pratica affidata alla suddetta società di recupero credito per sollecitarmi nuovamente il pagamento del saldo relativo alle fatture, di cui alcune addirittura posteriori alla chiusura effettiva dell’utenza e di notevole entità.
Mi ritrovo quindi nella ridicola situazione di dover far fronte alla richiesta di pagamento di quasi dodici mesi di fatture, per un servizio di fatto mai utilizzato.
Sarebbe interessante sapere sulla base di quali ragionamenti la ricezione del dispositivo da parte di Telecom Italia S.p.A., corredata di modulo per il recesso, non è stata presa in considerazione per chiudere definitivamente questo grottesco scenario.
Sarebbe ugualmente interessate sapere perché Telecom Italia S.p.A., ricevendo il dispositivo in questione, non abbia cercato di approfondire le ragioni per cui le bollette di un’utenza completamente priva di consumo sul traffico telefonico e dati non siano state regolarmente pagate.
Inutile aggiungere che ogni mio tentativo di contattare telefonicamente l’ufficio commerciale di Telecom Italia S.p.A. è andato a sbattere contro la continua indisponibilità dell’ufficio suddetto, ergo non ho mai avuto la possibilità di confrontarmi con qualcuno oltre al Servizio Clienti.
Ho anche provato a contattare il suddetto studio legale, ma non ho ricevuto riscontro.
In che modo mi conviene procedere da qui in poi?
Grazie
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