Reclamo N° 113879
Desiree
20 Agosto 2018
Buongiorno, il giorno 10/07/2017 ho inviato una raccomandata con ricevuta di ritorno a Telecom Italia per recedere da un contratto (linea fissa, dati e mobile). In quel momento sono passata ad un altro operatore. Ad ottobre 2017, a seguito della ricezione della prima fattura che non avrei dovuto ricevere (periodo 22/07-15/09), mi metto in contatto telefonico con un operatore Telecom che conferma l'avvenuta ricezione della raccomandata e della relativa documentazione (dopo averne verificato la completezza). Mi dice che la pratica risulta in elaborazione e che solleciterà la chiusura della linea. A dicembre 2017 altra comunicazione telefonica, in cui ribadisco di voler recedere dal contratto, ribadisco di aver inviato la documentazione per la cessazione e lamento la ricezione delle fatture. Mi confermano che viene aperto un reclamo.
- L’11 gennaio 2018 vengo ricontattata da Telecom per sollecitare il pagamento delle fatture. Riconfermo la volontà di far cessare il contratto. L’operatrice conferma di vedere a sistema la documentazione per il recesso del contratto, ma mii dice che la linea è ancora attiva e che risolleciterà la chiusura della linea.
- Il 28 febbraio 2018, alla ricezione dell’ultima fattura, richiamo il Servizio Clienti. L’operatrice mi dice che a sistema vede la documentazione di cessazione e la linea ancora attiva. Dopo una sua verifica, mi dice che probabilmente il processo di chiusura non è avvenuto perché l’operatrice con cui avevamo parlato a gennaio aveva inserito erroneamente il reclamo con data gennaio 2017 al posto di inserirlo con data gennaio 2018. Questa operatrice apre un nuovo reclamo per sollecitare la chiusura della linea e l’annullamento delle fatture emesse dopo la data di cessazione.
- Il giorno 14/03 ricevo una chiamata da Telecom in cui l’operatrice mi informa dell’accettazione della chiusura della linea a partire dal 31 di marzo. Mi informa però anche della mancata accettazione dell’annullamento delle fatture emesse, per il fatto che la mia firma, nella raccomandata inviata a luglio, non era completa del secondo nome.
Invio perciò il giorno 14/03 stesso (su consiglio dell'operatire Telecom) via fax e via raccomandata con ricevuta di ritorno una comunicazione a Telecom Italia Clienti Residenziali in cui spiego la vicenda, allego firma completa di secondo nome e fotocopia del mio documento per attestare l'autenticità della mia volontà iniziale di recesso. Inoltre chiedo che la linea venga chiusa e siano annullate tutte le fatture successive alla mia richiesta di recesso di luglio. Il 10 aprile 2018 chiamo nuovamente il servizio clienti perchè ricevo una raccomandata che mi richiede il pagamento. Per telefono mi si dice che la linea è ancora attiva. La mia raccomandata era stata ricevuta da Telecom il 23/03. Viene inserita una segnalazione dall'operatrice e mi si dice che verrò ricontattata dall'ufficio di competenza in modo urgente. Non sarò mai ricontattata. A maggio ricevo un'ulteriore fattura. Il 10 di agosto ricevo una comunicazione (posta semplice, non raccomandata) da parte di una società di recupero crediti incaricata da Telecom Italia, che mi invita a pagare l'importo di 379, 57 euro entro 15gg. Sono sempre stata virtuosa nei pagamenti e non capisco perchè devo pagare per un servizio di cui non ho usufruito (essendo passata subito ad un altro operatore). Inoltre non è accettabile che, se si ritiene che la documentazione fornita in occasione della mia richiesta di recesso non sia completa o corretta, se ne dia comunicazione dopo 8 mesi, e comunque dopo che è stata ribadita, ad ogni contatto telefonico, la volontà di recedere il contratto. Come posso far valere i miei diritti? Qualora io abbia la prova (ricevuta di ritorno) di una comunicazione di recesso dal contratto, non sono forse tenuti ad avvisarmi se la documentazione è incompleta? Non vale il silenzio assenso?Grazie per la Vostra attenzione.
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