Reclamo N° 83617

Danila
30 Gennaio 2018
Il 22 gennaio 2016 stipulo un contratto con la tim per la linea di casa. Ad agosto 2017 ho contattato il 187 per conoscere modalità e costi di disattivazione per la mia linea telefonica (specificando che la chiudevo in quanto mi sarei trasferita in un’altra città). Per la disdetta, mi risposero che potevo telefonare dal fisso o inviare una raccomandata, presentandomi le due opzioni come perfettamente alternative e dicendomi che avrei dovuto pagare circa 35 euro per la legge Bersani e 98 euro per la cessazione anticipata del contratto. Il 1 di settembre, come indicato dall’operatore, telefono al 187 e richiedo la cessazione della linea. Solo allora mi specificano che dal giorno della richiesta al giorno della disattivazione sarebbero trascorsi non più di 30 giorni, per cui avrei dovuto pagare anche fino a fine settembre. Volendo lasciare casa senza questioni in sospeso decido di confermare la richiesta, l’operatore/operatrice telefonica mi conferma che avrei ricevuto la fatturazione di settembre e successivamente che avrei dovuto pagare i 35 euro + 98 come mi era stato precedentemente indicato. Ad inizio ottobre, non avendo ancora ricevuto notizie, ricontatto il centralino e mi dicono che sarei dovuta essere contattata dal reparto commerciale per una proposta(cosa che fino a quel momento non era avvenuta) e solo allora, se avessi deciso di chiudere ugualmente la linea, avrei dovuto mandare una raccomandata, ricevuta la quale la tim avrebbe iniziato le pratiche di cessazione; l’operatrice, ad ottobre, aprì una segnalazione e mi disse di inviare la raccomandata e di specificare sulla stessa che la richiesta era stata effettuata il 1 di settembre. Dopo vari reclami e segnalazioni, ricevo un’altra fatturazione, richiamo svariate volte il 187 e ricevo risposte sempre molto fantasiose e diverse tra di loro tra cui: “non paghi l’ultima fattura che le è arrivata perché non le compete”, “l’errore non è stato causato da lei, le verrà inviata una nuova fattura”, “ci ricontatti a inizio settimana prossima per vedere se è tutto risolto”. Chiamate, segnalazioni, reclami nulla è servito a risolvere questa situazione fino a quando a novembre non mi dicono che la linea sarebbe stata chiusa il 18 di dicembre, dovendo pagare così i costi di un servizio del quale non usufruivo già da più di 3 mesi. Ulteriore reclamo, ulteriori risposte molto diverse da parte degli operatori: chi mi consiglia di pagare, chi no. Ad ogni modo, ero ancora in attesa della fattura finale che avrebbe compreso i 35+98 euro. A gennaio ricevo un’altra fattura della tim di 437,70 euro, di cui 373,88 euro per “annullamento sconto Internet Senza Limiti per cessazione anticipata”. Ricontatto la tim il 23 gennaio un’operatrice, stupita della cifra, mi risponde che SICURAMENTE c’era stato un errore, per cui riapre l’ennesima segnalazione e mi dice che sarebbe arrivata presto una bolletta con la cifra corretta. Oggi, 30 gennaio 2018, essendo arrivata almeno alla ventesima telefonata, mi rispondono che quella cifra non è sbagliata e che è dovuta al fatto che ho deciso di chiudere il contratto anticipatamente. A causa di informazioni sbagliate ricevute da un canale ufficiale della tim, il 187, io dovrei pagare i consumi fino al 6 di dicembre oltre a 373,88 per cessazione anticipata (avendo già pagato 23/24 mesi). Ovviamente, se avessi ricevuto le informazioni corrette non avrei MAI chiuso anticipatamente la linea, e avrei semplicemente pagato i consumi fino a gennaio e i 35 euro per la chiusura del contratto.
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