L’Autorità sanziona Vodafone
Il Garante della privacy è arrivato alla sua decisione dopo lunghi mesi di indagini e una complessa istruttoria avviata a seguito delle segnalazioni da parte di utenti che lamentavano continue telefonate di Vodafone, o della sua rete di vendita, per promuovere nuovi servizi di telefonia e internet offerti dall’azienda. L’Autorità ha riscontrato diverse criticità, definite “di sistema”, nella gestione dei dati personali degli utenti: non solo in relazione alla violazione dell’obbligo del consenso necessario per le attività di marketing ma anche nei fondamentali principi di responsabilizzazione oltre che nella necessaria implementazione delle tutele della privacy stabiliti dal Regolamento Ue. Il Garante ha inoltre riscontrato violazioni nella gestione delle liste dei nominativi da contattare. I dati in questione infatti, erano stati inviati a Vodafone dai suoi partner commerciali dopo che, a loro volta, li avevano ricevuti da altre aziende senza il necessario consenso “libero, informato e specifico degli utenti”. Un’irregolarità sistemica dunque, che il Garante ha deciso di punire con una multa di oltre 12 milioni di euro ordinando all’azienda di “introdurre dei sistemi che consentano di comprovare che i trattamenti a fini di telemarketing si svolgano nel rispetto delle disposizioni in materia di consenso. La società dovrà inoltre dimostrare che i contratti siano attivati solo a seguito di chiamate promozionali effettuate dalla sua rete di vendita, attraverso numerazioni censite e iscritte al Roc”. Fissato, inoltre, l’obbligo per l’azienda di irrobustire le proprie misure di sicurezza per impedire futuri accessi abusivi ai dati contenuti nei propri database.Telemarketing aggressivo: una lunga storia
Del telemarketing aggressivo torniamo, purtroppo, a doverci occupare ciclicamente come detto in PRIVACY: Garante multa Tim per telemarketing. Tempo fa, lanciammo la nostra petizione #nondisturbarmi, per chiedere un intervento del legislatore contro le telefonate indesiderate attraverso la creazione di una vera difesa contro il teleselling selvaggio. Da allora abbiamo raccolto migliaia di segnalazioni, anche grazie alle quali è nata la legge n. 5/2018 che stabiliva alcune norme che avrebbero dovuto arginare il fastidioso fenomeno delle chiamate indesiderate. Tra i principali strumenti messi in campo a tutela dei consumatori:- la possibilità d’iscrizione nel Registro Pubblico delle Opposizioni anche dei numeri di cellulare (fino ad allora clamorosamente esclusi);
- l’entrata in vigore di un prefisso unico per gli operatori dei call center così da rendere facilmente individuabili le telefonate a scopo pubblicitario.
E ora?
La soluzione al problema sembra ancora lontana: le migliaia di segnalazioni che continuano ad arrivare agli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori, testimoniano la stanchezza degli italiani per un telemarketing sempre più aggressivo e presente nella nostra vita. Autore: Lorenzo CargneluttiData: 9 dicembre 2020