PREMIO DONA – Focus sulla contraffazione

Andrea Fiorentini
22 Novembre 2012
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COMUNICATO STAMPA

PREMIO DONA: FOCUS SULLA CONTRAFFAZIONE

L’Unione Nazionale Consumatori, la più antica organizzazione consumerista in Italia,
in occasione della quinta edizione del Premio “Vincenzo Dona” dedicato alla memoria del suo fondatore,
offre un momento di riflessione sulla contraffazione, fenomeno ad oggi ancora troppo spesso sottovalutato.

Roma, 22 novembre 2012 – Appuntamento questa mattina a Roma (Centro Congressi Montecitorio Eventi – Piazza Capranica, 101), a partire dalle ore 9.30, con la sesta edizione del Premio “Vincenzo Dona, voce dei consumatori”, evento organizzato dall’Unione Nazionale Consumatori, la prima organizzazione di consumatori in Italia, fondata nel novembre 1955 da Vincenzo Dona.
L’incontro,  ispirato al ricordo del fondatore, autentica “voce dei consumatori” ed iniziatore del movimento consumerista italiano, intende quest’anno fare il punto sulla “contraffazione” (vero e proprio male economico e sociale) alla presenza di autorevoli personalità del mondo accademico, politico e istituzionale.

Il Premio “Vincenzo Dona, voce dei consumatori” 2012 è conferito a Pietro Grasso (Procuratore Nazionale Antimafia), alla Guardia di Finanza rappresentata dal Comandante Giorgio Toschi, alle Capitanerie di Porto rappresentate dal Comandante Pierluigi Cacioppo e a Sergio Marini (Presidente Coldiretti).


Ecco le dichiarazioni di alcuni partecipanti alla tavola rotonda moderata da Bruno Vespa:
 
L’avvocato Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, spiega il motto scelto per questa edizione “in questa sesta edizione del Premio abbiamo focalizzato la nostra attenzione sui molti settori della contraffazione, fenomeno che, seppur risenta esso stesso della crisi, rappresenta una costante minaccia per l’economia, per la società, per il portafoglio e per la salute dei consumatori.
I consumatori accettano talvolta di correre qualche rischio, ma non è solo questo. A muovere il fenomeno è probabilmente soprattutto la filosofia: “voglio a tutti i costi”. In altre parole, alle volte si desidera così tanto qualcosa da accontentarsi di una copia seppur di scarsa qualità.
Come cambiare le cose? Dovremmo spiegare ai consumatori che il “non autentico” offende la nostra stessa persona: dovremmo essere consapevoli ciascuno dei propri limiti e saper convivere con essi, come si conviene per gli esseri razionali che dovrebbero rifiutare il falso anche per i molti rischi per la salute derivanti dai prodotti contraffatti
”.
 
Daniela Mainini, Presidente Consiglio Nazionale Anticontraffazione, dichiara: “la contraffazione è stata considerata per troppi anni un problema della moda, del lusso, quindi di pochi e molto ricchi. Così non e ed è ormai noto a tutti che la contraffazione riguarda tutti i settori dell’economia, dall’alimentare al farmaceutico, dai pezzi di ricambio ai giocattoli, un virus che si è insinuato nell’economia legale e si è esteso ormai a dismisura, anche perché trattasi di industria che viola sistematicamente i diritti umani, del lavoro, oltre che non pagare le tasse e alimentare organizzazioni criminali. Un fenomeno di cui deve occuparsi l’intero Sistema Paese, e, così facendo, si inciderebbe sul PIL.
Ma per combattere la contraffazione bisogna innanzitutto conoscerla e poi fare sistema. In Italia vi è l’attitudine a coltivare orticelli piccoli di osservazione dei fenomeni quasi che la condivisione con tutti sia impossibile. Il CNAC è la dimostrazione che uno sguardo di insieme non solo è possibile, ma è anche fondamentale per affrontare un fenomeno che è innanzitutto culturale e di mal costume. Un fenomeno quindi rispetto al quale il cambio di marcia si impone da subito proprio nella comunicazione al consumatore finale che deve essere ben informato del fatto che un gesto che considera innocente alimenta una catena di criminalità  organizzata. Quella stessa che vende droga ai nostri figli. Il Consiglio Nazionale Anticontraffazione è lo strumento che il legislatore ha voluto per dar voce al Sistema Italia, tutto, nessuno escluso, in questa fondamentale azione".

 
Pietro Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia, analizzando il rapporto tra contraffazione e criminalità organizzata, dichiara: “gli interessi della criminalità organizzata nella produzione e commercio di prodotti con marchi contraffatti rappresentano un fenomeno in continua crescita ed una seria minaccia per le economie nazionali. I danni per le aziende sono molteplici poiché esse subiscono non solo una diminuzione di fatturato e la perdita di quote di mercato (mancate vendite dirette) ma anche danni morali quale conseguenza delle ripercussioni negative in termini d’immagine presso i clienti (mancate vendite future) ed un inquinamento dei mercati, con conseguenti perdite di posti di lavoro e di prelievi fiscali”.

Giovanni Fava, Presidente Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale riflette sul fenomeno contraffazione e sulle sue conseguenze: “i dati raccolti nei 2 anni di indagine della Commissione di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale testimoniano una situazione da tenere sotto attenta osservazione, nonostante l’Italia sia dotata di un sistema normativo tra i più all’avanguardia a livello mondiale, nonché di un apparato di enforcement costantemente impegnato nell’attività di contrasto del fenomeno. La contraffazione, infatti, è ormai divenuta un’industria globale gestita da organizzazioni criminali che, in alcuni casi, hanno trovato una sponda indiretta in quelle aziende che, delocalizzando la produzione in Paesi lontani, hanno perso la possibilità di tracciare la filiera produttiva con la conseguenza che i prodotti contraffatti possono essere importati in Italia assieme a quelli originali. La contraffazione causa, inoltre, la perdita di posti di lavoro nei distretti produttivi nazionali. A ciò si aggiunga che i consumatori spesso non appaiono pienamente consapevoli dei danni che il fenomeno causa all’economia del Paese, nonché dei vantaggi che esso procura alla criminalità organizzata, per non parlare dei rischi per la salute derivanti dall’acquisto di prodotti falsi. Alla luce di tali premesse è necessario un comune impegno della politica, delle forze dell’ordine, delle aziende e dei consumatori per combattere e contrastare con forza la contraffazione”. 
 
Giuseppe Peleggi, Direttore Agenzia delle dogane, afferma: “l’attenzione che  l’Agenzia delle Dogane rivolge al contrasto del fenomeno della contraffazione, dannoso per l’economia e per la sicurezza dei consumatori, è dimostrato dai risultati conseguiti e dai riconoscimenti ottenuti a livello internazionale e nazionale come quello di oggi che ricevo con vivo piacere a nome  di tutti i funzionari che quotidianamente sono impegnati in tale attività.
Nel 2011 l’Agenzia delle Dogane  ha sequestrato circa 30 milioni di prodotti contraffatti, pari ad oltre il 26% del totale sequestrato dalle 27 dogane dei Paesi UE.
Tale risultato è stato conseguito anche grazie alla collaborazione delle Associazioni di categoria e alle singole imprese che hanno messo a disposizione preziose informazioni per individuare i prodotti contraffatti attraverso l’applicazione informatica dell’Agenzia denominata FALSTAFF,  già premiata con la menzione d’onore eEurope Awards for eGovernment dall’ Istituto Europeo per la Pubblica Amministrazione
”.
 
Pierluigi Cacioppo, Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, Guardia Costiera, dichiara: “occorre premettere che il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia costiera, in linea con l’attuale policy dell’Unione europea, è deputato al controllo dell’intera filiera ittica, dal mare alla tavola. Opera in piena sinergia con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, autorità competente che coordina i controlli. I sequestri comprendono una vasta gamma di violazioni accertate. Nel 2011, sono stati eseguiti 1.982 sequestri per un totale di 467.611 kg di pesce. Sino a novembre del corrente anno, i sequestri sono stati 1.516 per complessivi 463.089 kg. Molti di questi derivano da violazioni che colpiscono direttamente il consumatore finale.  Nell’ambito delle frodi commerciali riscontrate nella filiera ittica, due sono quelle più ricorrenti. La prima fattispecie riguarda la “sostituzione”. Un prodotto di minor pregio viene venduto come specie di qualità superiore e di maggior valore economico (ad esempio polpi di provenienza indo pacifica venduti come nostrani o mako per pesce spada). La seconda, invece, riguarda la presentazione del prodotto. Alimenti congelati o surgelati vengono commercializzati indicando la freschezza degli stessi”.
 
Giorgio Toschi, Comandante Reparti Speciali della Guardia di Finanza, ringraziando per il riconoscimento assegnato al Corpo che rappresenta in questa occasione, dichiara: “siamo veramente grati per l’attestazione di riconoscenza rivolta alla Guardia di Finanza per l’impegno profuso ed i risultati conseguiti nella lotta alla contraffazione. Il conferimento di questo importante premio costituisce per il Corpo un ulteriore motivo per continuare l’azione di contrasto all’ “industria del falso”. Tutti i nostri Reparti sono sistematicamente impegnati per fronteggiare questo fenomeno, con lo scopo principale di tutelare l’economia legale del Paese e proteggere i consumatori dalle insidie del “mercato del falso”. L’attività anticontraffazione della Guardia di Finanza è orientata principalmente a colpire le organizzazioni che gestiscono le grandi filiere della contraffazione, ritirando dal mercato i prodotti falsificati e pericolosi, tassando gli ingenti proventi illeciti che derivano da questi traffici e sequestrando i patrimoni illegali che costituiscono il frutto o il reimpiego di queste attività criminali. In questo modo cerchiamo di apportare il nostro fattivo contributo, soprattutto in questo momento storico, al rilancio economico del nostro Paese”.
 
Roberto Liscia, presidente di Netcomm, commenta: “in Italia il mercato della contraffazione è ancora molto più forte sull’offline che sull’online. Tuttavia, per quanto sia più sviluppato all’estero che in Italia, e nonostante un tempo emergesse come una sorta di gioco irritante, che portava comunque pubblicità alle aziende, oggi abbiamo a che fare con un fenomeno molto più complesso e globalizzato. La qualità del falso, grazie a una delocalizzazione far east in regioni come l’Indonesia e la Turchia, è notevolmente aumentata e questo può mettere a dura prova le aziende, da una parte, e i consumatori, dall’altra. I “falsi di qualità” possono trovare oggi nel web un potente canale per raggiungere gli acquirenti in maniera capillare: siti web seducenti e difficili da identificare, tecnologie veloci e in continuo mutamento portano a nuove sfide. Sfide che però possono essere affrontate grazie a metodi anticontraffazione ad alto contenuto di innovazione, come gli ologrammi per la brand protection o le nanoparticelle. E, parallelamente, grazie al ruolo giocato dagli stessi consumatori, che oggi hanno la possibilità di instaurare un rapporto diretto con il brand. Il fenomeno del trust in rete si rivela infatti più che mai importante: il consumatore ha bisogno di sapere se il prodotto in suo possesso è contraffatto o meno. Ed è per questo motivo che le valutazioni aziendali dovranno per il futuro tenere sempre più conto degli user generated content”.
 
Sergio Marini, Presidente Coldiretti, afferma: “la contraffazione alimentare è un crimine particolarmente odioso perché si fonda spesso sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Oltre un certo limite non è possibile farlo se non si vuole mettere a rischio la salute. Sul mercato si trovano ad esempio oli di oliva venduti come italiani a prezzi che non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive e lo stesso vale per prosciutti o formaggi “spacciati” come nostrani o italiani senza esserlo. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all’inizio dell’anno approvata all’unanimità dal parlamento italiano ma non ancora applicato. Fare chiarezza a livello nazionale e comunitario significa contribuire a combattere anche la pirateria alimentare a livello internazionale dove il fenomeno dell’‘italian sounding’ scippa all’Italia 60 miliardi di euro e centinaia di migliaia di posti di lavoro”.

Laudomia Pucci, responsabile Commissione lotta alla contraffazione Camera Nazionale della Moda Italiana, esprime così una riflessione sul tema: “il fenomeno della contraffazione ha assunto ormai dimensioni internazionali, estendendosi a quasi tutte le tipologie di prodotto.
La Camera Nazionale della Moda, attratverso i brands che rappresenta, si impegna non solo a combattere il fenomeno crescente della contraffazione, ma a diffondere, ove possibile, informazioni e suggerimenti connessi e destinati al consumatore finale.
Sia la riproduzione di un marchio che l’utilizzo improprio del "Made in Italy" – sinonimo nel mondo di qualità di materiali e artigianalità – favoriscono il diffondersi nel mercato di prodotti qualitativamente scadenti e a volte dannosi, e che comunque non corrispondono allo standard che il cliente finale si aspetta. Questo provoca in primis un grosso danno all’economia del paese e alla percezione dei brand sul mercato nazionale ed internazionale, inoltre è spesso causa di disoccupazione, prolificazione del lavoro irregolare e insoddisfazione del consumatore finale per la qualità del prodotto acquistato.
I soggetti  e i mezzi dedicati alla lotta alla contraffazione possono essere molteplici, dal nostro punto di vista è altresì importante "educare" un certo tipo di consumatore all’acquisto ponderato e di qualità, debellando la comune considerazione di aver fatto un ‘affare’ acquistando un falso
”.
 
 
Alla conclusione dell’incontro si svolgerà la cerimonia di consegna dei premi “Vincenzo Dona”: nella scorsa edizione sono stati premiati Francesco Pizzetti (allora Garante per la Protezione dei dati personali), la Polizia Postale e delle Comunicazioni (rappresentata da Nunzia Ciardi) e il Colonnello Umberto Rapetto.


Questi i premi che saranno assegnati per il 2012:

“Premio Vincenzo Dona” per le personalità che si sono distinte per l’impegno a favore dei consumatori:

•    Pietro Grasso (Procuratore Nazionale Antimafia).
•    Guardia di Finanza rappresentata dal Comandante Giorgio Toschi.
•    Capitanerie di Porto rappresentate dal Comandante Pierluigi Cacioppo.
•    Sergio Marini (Presidente Coldiretti).

Premio Vincenzo Dona” per i giornalisti:

•    “L’aria che tira” rappresentata dalla giornalista Myrta Merlino.
•    Elvira Naselli di “La Repubblica”.
•    Elena Carbonari di “Isoradio”.


Premio Vincenzo Dona” per le migliori tesi di laurea in materia di tutela dei consumatori. Riceveranno il Premio:

•    Nicola Caporaso dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
•    Giulia Bellotto dell’Università Commerciali Luigi Bocconi.
•    Sarà inoltre assegnata una menzione speciale a Bernadette Egle Zapparrata dell’Università degli studi di Palermo.

Premio Vincenzo Dona” per i comitati locali dell’Unione Nazionale Consumatori: comitato provinciale di Caserta e Comitato Regionale della Toscana.
 
Premio Consumo Sostenibile” alla collaborazione tra Coop e Libera.

Menzione speciale alla  Commissione Distrettuale "Legalità e cultura dell’etica", Distretto Rotary 2080 Rotary International.
 


Per ulteriori informazioni:
Sonia Galardo, Responsabile ufficio stampa
Unione Nazionale Consumatori
Tel: 06-32600239
Mobile: 333-2347747
e-mail: [email protected]
 
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