Spreco alimentare: l’Italia migliora, ma si può fare di più

Massimiliano Dona
6 Ottobre 2025
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E voi lo sapevate che l’Italia migliora nello spreco alimentare ma si può fare di più?

Quanto cibo buttiamo via ogni settimana

Partiamo da un dato: 555 grammi. Questo è il cibo che ogni italiano butta via in media ogni settimana. Circa mezzo chilo: tre mele, due panini, un piatto di pasta avanzata. I dati del nuovo rapporto Waste Watcher International, presentati pochi giorni fa a Roma, ci raccontano un percorso di miglioramento che punta all’obiettivo ONU 2030 di 369 grammi settimanali.

Un miglioramento lento ma costante

Rispetto ai 650 grammi a settimana che buttavamo 10 anni fa, oggi abbiamo ridotto lo spreco di 95 grammi in dieci anni. Certo, guardando i nostri vicini europei – la Germania a 512 grammi, la Francia a 459, la Spagna a 446 – vediamo che possiamo fare ancora meglio.

Spreco alimentare: le differenze tra Nord, Centro e Sud Italia

Soprattutto dovremmo lavorare per uniformare i risultati: il Centro Italia guida la classifica dei virtuosi con 490 grammi settimanali, quasi in linea con la media europea; il Nord segue con 515 grammi; il Sud, con 628 grammi, ha il potenziale di crescita più grande e rappresenta la sfida educativa più importante.

Gli alimenti più sprecati e l’importanza dell’organizzazione

Tra i prodotti che finiscono maggiormente nella pattumiera troviamo frutta fresca, verdura fresca, pane, insalata. Tutti alimenti deperibili. Ma qui sta anche l’opportunità: non è un problema di sovrabbondanza, è una questione di organizzazione.

I segnali positivi: famiglie, giovani e grandi città

E qui arrivano dati incoraggianti: le famiglie con figli sprecano il 17% in meno. Questo significa che educare alla sostenibilità in famiglia funziona. Nei grandi comuni si spreca il 9% in meno: dove c’è più informazione e più servizi di recupero, i risultati si vedono. Non solo: i giovani, i nativi digitali, stanno guidando il cambiamento: riutilizzano gli avanzi il 10% in più della media, condividono più cibo, comprano prodotti di stagione e prestano maggiore attenzione all’ambiente. Per la Generazione Z non è solo una questione economica, è una questione di futuro.

L’effetto dell’inflazione e la sfida della consapevolezza

C’è poi un dato interessante evidenziato da Andrea Segrè, direttore di Waste Watcher: l’inflazione alimentare dell’estate scorsa ha spinto le famiglie a sprecare meno. Questo dimostra che siamo perfettamente capaci di cambiare comportamento. Ora la sfida è trasformare questa capacità in una scelta consapevole, non solo reattiva.

Dieci anni di legge contro lo spreco e il ruolo di ognuno di noi

A dieci anni dall’approvazione della legge 166 contro lo spreco, firmata da Maria Chiara Gadda, il bilancio è tutto sommato positivo: migliaia di tonnellate recuperate, più luoghi di raccolta, collaborazione sempre migliore tra imprese e terzo settore. Certo, c’è ancora da lavorare sulla logistica e servono nuove misure, ma il percorso è tracciato e sta funzionando.
Lo spreco alimentare è fatto di piccoli gesti quotidiani, ed è proprio per questo che ognuno di noi può fare la differenza. Non serve stravolgere la vita, servono piccoli cambiamenti consapevoli: pianificare la spesa, imparare a conservare meglio gli alimenti, riscoprire il valore degli avanzi, scegliere prodotti di stagione.
L’obiettivo 2030, così appare più vicino!

Per saperne di più ascolta il podcast Spreco: l’Italia migliora, ma si può fare di più

E voi lo sapevate? 

Autore: Massimiliano Dona
Data: 06 ottobre 2025

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