TURISMO: ministro Franceschini dia le dimissioni

Redazione UNC
13 Maggio 2020
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Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori Il dietrofront dell’Europa e della Vestager: per ora nessuna infrazione su voucher. ma la sostanza non cambia. Roma, 13 maggio 2020 – “Chiediamo le dimissioni del ministro dal Turismo Dario Franceschini, l’artefice dell’operazione voucher al posto dei rimborsi in denaro previsti dalla normativa europea vigente in caso di cancellazione di un volo aereo o di un pacchetto turistico” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori La vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, dopo aver annunciato una procedura d’infrazione contro 12 Stati membri che hanno violato il diritto dei passeggeri al rimborso dopo la cancellazione di un volo o di un pacchetto turistico, introducendo i voucher, coma ha fatto l’Italia, ha rettificato, precisando che al momento non è stata (ancora ndr) aperta alcuna procedura d’infrazione contro gli Stati membri e che, per ora, si tratta di “lettere d’incoraggiamento” affinché gli Stati garantiscano ai viaggiatori la scelta tra rimborso e voucher di viaggio. “Prendiamo atto dell’incredibile dietrofront della Vestager. Che sia un lapsus freudiano? E’ possibile che il suo fraintendimento sia dovuto al fatto che abbia tagliato troppo sui tempi, anticipando incautamente quanto in realtà era ancora riservato, accorciando un po’ troppo la tempistica necessaria per la procedura d’infrazione? ” prosegue Dona. “Lo vedremo e, in un certo senso, ce lo auguriamo. Infatti, resta confermato l’approccio europeo ai voucher che, a differenza di quanto previsto dal legislatore italiano, ammette l’offerta dei voucher ma solo a condizione che siano volontari, siano protetti contro l’insolvenza dell’emittente e che, se non riscattati dopo il periodo di validità, siano rimborsati automaticamente. Non solo, l’Europa stabilisce espressamente che i voucher siano cedibili. Anche per questo, la richiesta di dimissioni del ministro Franceschini” aggiunge Dona. “Siamo l’unica associazione di consumatori ad aver chiesto formalmente un incontro al ministro, fin dal 4 marzo, per una modifica dell’art. 28 del decreto legge n. 9 del 2 marzo 2020 e poi gli unici a presentare osservazioni in Parlamento al Cura Italia che ha assorbito quel decreto, chiedendo di rimediare a quello scempio dei diritti dei turisti e dei viaggiatori, tanto illegittimo quanto dannoso per gli stessi tour operator” prosegue Dona. “Non è privandoli dei loro sacrosanti diritti, infatti, che si invogliano i clienti a tornare a spendere e a viaggiare. Nessuno prenota oggi una vacanza se poi sa che non potrà riavere i soldi ma solo un voucher da utilizzare entro un anno. Ebbene, quanto accaduto oggi rafforza quanto stiamo dicendo da mesi, ossia che, anche se Governo ed Parlamento, per aggirare la normativa Ue, hanno ritenuto le disposizioni dell’art. 88 bis del Cura Italia come norme di applicazione necessaria, il rischio è che poi si debba fare dietrofront, con ripercussioni a catena e a ritroso, con danno ancora maggiore per i tour operator. Un giudice italiano, infatti, potrebbe decidere di disapplicare la norma interna, dando ragione al viaggiatore, potrebbe esserci una pronuncia della Corte di Giustizia Ue, oppure, infine, come dimostra la vicenda di oggi, una procedura d’infrazione contro l’Italia. Per questo avevamo proposto una modifica di quell’articolo, ad esempio dando il diritto al consumatore che non vuole utilizzare il voucher entro l’anno dall’emissione, di avere, alla fine di quel periodo, il rimborso in denaro come previsto dalla normativa europea. Non a caso è quanto hanno fatto altri Paesi come la Francia e quanto oggi ribadisce l’Europa” conclude Dona.
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