Quanto si può stare seduti al bar o al ristorante?

Sonia Galardo
27 Luglio 2022
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tavolo ristorante Ogni tanto nei locali capita di trovare dei cartelli che impongono di non sostare al tavolo oltre il tempo per la consumazione dell’ordinazione. Sono leciti? E qual è il tempo massimo in cui un cliente può restare seduto al tavolo di un bar o di un ristorante? Vediamo quali sono le regole.

Non esiste un tempo massimo stabilito per legge

Occupare un tavolo durante una consumazione fa parte del contratto che si stabilisce tra chi è titolare di un bar o di un ristorante e i clienti. Tuttavia non esistono delle norme di legge che indichino un tempo massimo entro cui il cliente deve necessariamente alzarsi per lasciare di nuovo libero il tavolo.

Chi è titolare del bar o ristorante può stabilire alcune regole

Il locale è un esercizio privato e in quanto tale, chi ne è titolare può decidere il modo in cui mettere a disposizione i propri spazi. Può ad esempio stabilire che l’uso del tavolo sia previsto solo per consumazioni con un importo minimo, così come imporre un costo per il servizio – se chiaramente indicato – per chi consuma al tavolo (e non, ad esempio, al bancone). Se lo volesse, il titolare di un bar potrebbe anche imporre un costo per l’utilizzo delle prese di corrente all’interno del locale, perché sarebbe un servizio aggiuntivo. In questo senso eventuali cartelli appesi allinterno del locale, in cui siano indicate delle condizioni per le consumazioni e per l’uso degli spazi, sono leciti. Il titolare di un locale può anche impedire a una persona di sedersi a un tavolo nel caso in cui questa non voglia consumare niente: in questo caso la condizione deve essere esplicitata con un cartello o anche solo verbalmente.

Come capire qual è un tempo accettabile per consumare un’ordinazione

In assenza di una normativa specifica, si fa riferimento agli usi commerciali. In base a questi, chi consuma può occupare un tavolo per un tempo considerato congruo” per consumare la propria ordinazione e anche chiedere del tempo aggiuntivo, terminata la consumazione, per poter sostare ulteriormente nel locale. C’è anche un principio del codice civile che si applica alle fattispecie non regolamentate espressamente dalla legge: il principio di buona fede, in base al quale entrambe le parti sono tenute a comportarsi secondo buona fede durante l’esecuzione di un contratto. Cosa si intenda con buona fede si stabilisce di volta in volta e si fa riferimento a comportamenti corretti mettendoli a confronto con prestazioni simili. Per cui, ad esempio, se ci troviamo in un ristorante molto affollato in cui si forma una fila di clienti in attesa e abbiamo già terminato il nostro pasto, il titolare del locale può invitarci a lasciare il tavolo. Così come potrebbe non essere ideale occupare un tavolino al bar per lavorare con il pc tutto il giorno avendo consumato un solo cappuccino.

Il nostro consiglio: usiamo il buon senso

Il nostro consiglio è quello di usare il buon senso in queste situazioni: il titolare non potrà mandarci via prima che abbiamo consumato, ma è sempre possibile chiarire preventivamente a voce le condizioni del contratto. Per esempio, prima di recarci in un ristorante o pizzeria, si può chiedere se sono previsti secondi o terzi turni di prenotazione nel caso in cui vogliamo trascorrere una serata in compagnia senza preoccuparci di quanto tempo occuperemo il tavolo oppure, se vogliamo lavorare in un bar o fare colazione con calma e leggendo un libro, possiamo chiedere prima di sederci e consumare se possiamo farlo tranquillamente.

Autore: Martina Benini Data: 27 luglio 2022
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