Mena
22 Agosto 2024
A metà giugno mi reco all'ufficio postale di Melito di Napoli in corso Europa 369 (80017) con mia madre per farle attivare l'offerta "Postepay connect annuale" da 73 euro (15 di canone Pp Evolution e 58 per la SIM con attivazione gratuita): premetto che da due anni sono io stesso cliente Ppay connect e conosco i dettagli della promozione, quindi allo sportello richiedo chiaramente l'offerta che voglio acquistare.
L'impiegata inizia compilando sul computer la documentazione, ma dopo 5 minuti si alza e va nel retro: non rientra più,ma esce la direttrice che prende in carico la nostra richiesta e con audacia tenta di farci fare la "portabilità del numero": rifiuto fermamente (mia madre non ha una SIM), ma devo rifiutare con decisione altre due volte, poiché, sempre con la scusa di velocizzare la pratica, mi chiede prima un altro numero su cui fare arrivare un messaggio, poi ci invita a scaricare le app "Postepay" e "poste id" sul telefono; tutte richieste inutili, tra l'altro l'offerta è attivabile solo in ufficio postale, allo sportello, senza necessità di usare le app dello art phone come scritto sul sito di poste (le chiedo di leggere sul sito stesso, lei risponde che si tratta di un'offerta "obsoleta").
Alla fine, arrivati ben oltre l'orario di chiusura, ci chiede di pagare 28€ (di cui 10€ per l'attivazione della scheda SIM, che non esiste in NESSUNA delle offerte Postepay connect!): le faccio notare che l'importo è errato, ma ci risponde di non preoccuparci e che comunque saremmo dovuti tornare in ufficio postale per "finalizzare l'attivazione" (??). Nonostante sappia che in genere l'offerta si attivi allo sportello, generalmente in non più di 20 minuti, resto perplesso ma, fiidandomi, pago.
Non convinto, nel pomeriggio mi leggo nuovamente quanto scritto sul sito, li consulto col servizio clienti telefonico e, di conseguenza, mi reco l'indomani nello stesso ufficio, con le buste SIM e Postepay ancora sigillate, per recedere dal contratto come previsto per legge), ma non me lo consentono. La direttrice mi dice che può solo estinguere la carta, causando la perdita dell'importo versato di 28€, poi sparisce nel retro, declinando la sua responsabilità sugli impiegati allo sportello. Una di questi, gentilissima, si informa col 160 (servizio clienti di poste), ci dice che con una comunicazione interna si risolve tutto e di ritornare dopo 15 giorni.
Nei giorni a seguire consulto più volte il servizio clienti, che sottolinea le incongruenze nel servizio datoci allo sportello (dalla direttrice): torniamo dopo 10 giorni, per richiedere o il recesso con rimborso o la copia firmata del documento da inviare al servizio clienti. È la stessa impiegata dell'ultima volta ad assisterci che con la medesima gentilezza ascolta le nostre esigenze: chiamiamo il servizio clienti in viva voce e ci conferma che con un fax/email dallo stesso ufficio postale si può risolvere la questione: devono solo spiegare cosa sia successo e noi siamo disponibilissimi; in 24 ore risolveranno. La direttrice non è mai uscita dal retro dal momento che ci ha visto. Alle 14:09 del giorno successivo ci chiama dicendoci di "aver risolto parlando col 160" e di chiamare quindi loro: le faccio notare che in realtà stava solo declinando le sue responsabilità verso altri. Mi dice con spavalderia che il problema non è il suo e che sarebbe stato inutile recarsi allo sportello.
Un malinteso? No, sin dall'inizio la direttrice ha cercato con tutti i suoi mezzi di deviare dall'offerta che chiedevamo. Il motivo è a noi sconosciuto.
Ovviamente è vero che mia madre abbia firmato,ma ormai in poste si firma da un compiuterino dove è impossibile leggere ciò che si firma (oppure c'è solo scritto se accettare o meno) e non ti rilasciano alcuna copia cartacea del contratto!!
Quindi in teoria l'inganno è semplice!
I 14 giorni per il diritto di recesso sono passati, a questo punto diffido anche della gentilezza dell'impiegata, in quanto è possibile che fosse allo scopo di fare passare i giorni utili al diritto di recesso.
Dopo due mesi di reclami nulla è stato risolto.
La direttrice ha avuto a disposizione varie possibilità per risolvere l'accaduto, ma ha preferito fregarsene per motivi che ancora oggi disconosco.
Dagli uffici responsabili per i reclami nessuna risposta, se non "caso chiuso" e, dopo ulteriore reclamo, mi hanno risposto con una email dove mi hanno scritto che "tutto è dovuto a un malinteso sulle nostre esigenze" senza prendersi alcuna responsabilità, né tantomeno"due righe" per il disagio creato al cliente o sentirsi in dovere di scusarsi per lo stesso malinteso: comportamenti che purtroppo sembrano avallare l'opportunismo della direttrice di questo ufficio postale, non curante dei disservizio ai clienti, per un mero scopo personale.
Ovviamente l'offerta che cercava di caricarci la direttrice costa il doppio di quella che avevamo chiesto noi.