Reclamo N° 111402

Monica
02 Agosto 2018
Buongiorno. Premetto che non richiedo assistenza ma solo la segnalazione pubblica e la più ampia diffusione possibile di quanto scrivo. Sto scrivendo da consumatore della piattaforma di compravendite eBay. Non in qualità di acquirente ma venditore. Privato. Ho venduto un oggetto tramite questa piattaforma il 4 di luglio. Le condizioni di vendita non prevedevano la restituzione dell’oggetto. Il 6 di luglio l’acquirente riceve l’oggetto e apre una controversia tramite eBay per “oggetto non corrispondente alla descrizione” (cosa falsa e assolutamente verificabile con le numerose foto pubblicate) e chiede il rimborso di quanto pagato. Nel testo della controversia l’acquirente si rivolge a me con indulti e offese. Mi definisce truffatrice, ladra, e mi accusa di aver violato il regolamento eBay con descrizione non corrispondente al vero. Ebay mi manda comunicazione di questo tramite mail (sicuramente generata in automatico) e tramite la messaggistica interna lo stesso 6 luglio. Mi comunica di: - effettuare il rimborso all’acquirente - prenotare un corriere entro il 14 luglio (mi suggerisce usare la sezione spedizioni interna alla piattaforma) perché la restituzione deve avvenire a mie spese. Di fornire tramite apposito modulo il codice di spedizione. Appena ricevo avviso da eBay seguo le istruzioni da loro fornite. Attraverso la procedura sulla piattaforma eseguo il rimborso all’acquirente. Il rimborso avviene tramite PayPal così come avvengono i pagamenti. Quindi certificabile è dimostrabile. Poi non posso proseguire nella prenotazione del corriere per la restituzione dell’oggetto perché mi manca un dato dell’acquirente. Attraverso la sezione messaggistica di ebay scrivo all’acquirente per avere questo dato. L’acquirente mi risponde, sempre tramite eBay, di non mandare nessun corriere perché non ha intenzione di restituire l’oggetto finché non le verrà accreditato il rimborso. Rimborso che, eseguito alla luce del sole tramite la piattaforma eBay, ha tempi di accredito molto lunghi. A questo punto scrivo alla assistenza di eBay per chiedergli se possono fornirmi loro il dato mancante per poter portare a termine le istruzioni da loro fornite. Poiché è stata aperta una controversia l’assistenza clienti passa la pratica all’ufficio controversie, che mi risponde dopo circa un giorno di provare a fermare il rimborso effettuato perché non avrei dovuto emetterlo, almeno non prima che l’acquirente mi restituisse l’oggetto, e di cercare un accordo privato con l’acquirente per la restituzione dell’oggetto. Loro non possono costringere nessuno a restituire la merce. Loro non possono verificare la veridicità di quanto dichiarato dall’acquirente. Che loro tutelano l’acquirente in base alle indicazioni fornite dalla comunità europea. Del fatto che la loro piattaforma e le loro mail automatiche diano istruzioni differenti non gli interessa nulla. Naturalmente PayPal non può fermare il rimborso. Io non ho i dati per inviare il corriere per la restituzione dell’oggetto. Posso solo scrivere tramite piattaforma all’acquirente invitandolo a collaborare. Questo è quanto mi scrive eBay. E subito dopo mi comunica tramite nuova mail che poiché il rimborso è stato emesso “volontariamente” (ossia loro non hanno dovuto obbligarmi in base al loro regolamento da me accettato al momento della pubblicazione dell’annuncio di vendita), l’acquirente non è più tenuta alla restituzione della merce e la pratica si chiude in automatico. Per ulteriore beffa, il giorno 17 luglio vengo contattata telefonicamente dall’ufficio contenziosi di eBay di Brandeburgo (+49332038510). Mi viene comunicato che l’acquirente ha aperto un altro contenzioso per mancato rimborso e che la pratica è finita in Germania perché si sono riscontrate anomalie e responsabilità da parte degli uffici italiani. Mi si chiede di contattare PayPal per provare a fermare il rimborso. E che sarei stata ricontattata dopo qualche ora per sapere se sono riuscita a farlo. In effetti vengo ricontattata dopo qualche ora dalla stessa persona, alla quale confermo che PayPal non può fermare il rimborso. A questo punto mi si comunica: - di non preoccuparmi perché sono nelle mani giuste. Che ho ragione. Che in Italia hanno gestito male la pratica; - che lui personalmente ha mandato una etichetta di spedizione all’acquirente per invitarla a restituire l’oggetto; - che non è affatto vero che eBay non può controllare se l’acquirente aveva motivo di aprire la controversia perché le numerose fotografie caricate nell’annuncio mi danno ragione; - che nonostante la loro procedura indichi il contrario io non dovevo procedere a rimborsare l’acquirente. E questo devo tenerlo presente si dovesse verificare altro caso simile; - che lui ha avviato la procedura di segnalazione dell’acquirente, anche per comportamento eticamente non corretto, viste le offese e gli insulti a me rivolti; - che una volta ricevuta la merce avrei dovuto guardarla attentamente per verificare che sia nelle stesse condizioni di quando è stata da me spedita, perché c’è la possibilità che l’acquirente possa danneggiare l’oggetto volontariamente. E in questo caso di ricontattate l’assistenza. Lo stesso giorno 17 mi arriva anche una mail dall’ufficio contenzioso italiano che mi comunica: - che l’aquirente ha aperto contenzioso per mancato rimborso; - che avrebbero provveduto loro a rimborsare l’acquirente avvalendosi della formula “tutela clienti Ebay”. Di questa possibilità nessuno ovviamente mi aveva parlato. La sera stessa del 17 luglio PayPal accredita il rimborso alla signora. Nessuno di eBay si fa sentire più. Né dall’Italia né dalla Germania. Ieri scrivo per sapere qualcosa. Mi rispondono per mail che sono dispiaciuti che io non sapessi che non devo effettuare rimborsi quando loro me lo chiedono. Che con l’accredito del rimborso all’acquirente la pratica si è chiusa. Che loro non possono controllare se il cliente ha ragione o no quando denuncia che la merce ricevuta non corrisponde alla descrizione. E che non possono obbligare l’acquirente a restituire la merce. E che nonostante gli inviti da loro fatti ha dimostrato di non aver intenzione di farlo. E quindi la colpa è mia perché non sapevo che dovevo ignorare le richieste de eBay.
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