Reclamo N° 109106
Silvia
20 Luglio 2018
Gentili Signori,
su indicazione del vostro Collega addetto alla ricezione delle telefonate, sono ad esporre quanto segue:
“ Mi chiamo Silvia Leda Mauro, residente in Roma, via dei Serpenti n.170.
Nel pomeriggio di ieri, ore 19.00 circa, mi sono recata in via Leonina n.85, presso l’esercizio commerciale UNI Union sas, di Marianna Danese, P.Iva 11819451003, avente ad oggetto la vendita di vestiario e calzature.
Ivi, ho acquistato un paio di scarpe marca Birkenstock, a fronte del quale mi è stato rilasciato apposito scontrino fiscale.
Preciso che l’acquisto è avvenuto in regime di saldi. Sull’articolo acquistato, però, non vi era la scritta saldo, né il prezzo pieno, bensì solo un unico prezzo.
Tornata a casa, mi sono immediatamente resa conto che le scarpe appena acquistate mi causavano dolore. Le riponevo nell’apposita busta, con l’intento di andarle a cambiare la giornata successiva.
Recatami alle ore 16.00 di oggi presso il negozio come sopra identificato, ho chiesto alla commessa di poter effettuare il cambio con altro paio più consono alle mie esigenze. La commessa, previa telefonata alla proprietà, mi riferiva di non poter effettuare il cambio, trattandosi di merce in saldo.
Preciso che si tratta di un unico esercizio commerciale, con due vetrine poste una di fronte all’altra.
La commessa mi indicava, quindi, che la proprietaria si trovava nel negozio di fronte, via Leonina n.6. Recatami da lei, le chiedevo conto di quanto riferitomi dalla commessa.
La stessa, con modi discutibili, affermava di non poter effettuare il cambio. A mia precisazione che, per prassi e regole commerciali, il cambio è sempre ammesso, purchè avvenga entro i termini di legge, la stessa riferiva di non voler effettuare alcun cambio della merce e indirizzava contumelie alla mia persona.
A mia richiesta di fornirmi un indirizzo mail cui poter scrivere, la stessa proprietaria si rifiutava, affermando di non essere tenuta a fornire alcun indirizzo.
Uscivo, a questo punto dal negozio”.
Premesso quanto sopra brevemente esposto, sono a richiedere, il vostro intervento in quanto:
a) Sulle vetrine dell’esercizio commerciale vi è solo ed esclusivamente la scritta SALDI, ma non che gli stessi non possono essere soggetti a cambio;
b) La proprietaria mi ha apostrofato in malo modo dandomi della “rompiscatole”
c) La vendita di un prodotto in saldo è coperta dalle stesse garanzie previste per le vendite ordinarie. Così, per prassi consolidata, qualsiasi promessa fatta dal negoziante tramite cartelli o dichiarazioni, diventa un obbligo. Ma vale anche il contrario.
Non essendo, quindi, specificato in nessun modo che la merce non potesse essere cambiata, ritengo del tutto arbitrario il comportamento tenuto dalla proprietaria a fronte, peraltro, di un acquisto di merce che non recava sul cartellino il prezzo pieno accanto a quello effettivo del momento.
Auspicando, quantomeno, di poter avere chiarimenti in merito allo spiacevole episodio accadutomi, nel ringraziarvi per l’attenzione, invio i migliori saluti
Silvia L. Mauro
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