Arresto di quattro datterari

Agostino Macrì
25 Luglio 2012
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La Guardia Costiera di Castellammare di Stabia ha arrestato quattro persone che stavano “prelevando” dei datteri di mare nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella. Anche se nel comunicato stampa della Guardia Costiera si parla di pesca di frodo, appare più opportuno dire che si tratta di “prelievo” in quanto questi molluschi crescono nelle rocce calcaree dei fondali marini e per “pescarli” bisogna frantumare le rocce con inevitabili danni ambientali in quanto vengono impiegati anche dei martelli pneumatici particolarmente distruttivi. Per questo motivo è proibita la “pesca”, il commercio ed ovviamente il consumo alimentare dei datteri marini. I pescatori di frodo non immettono questi molluschi nei normali canali commerciali, ma li rivendono ai privati e, abbastanza frequentemente, a ristoranti di pregio che li offrono ai loro clienti, al di fuori del menu e sottobanco. La quantità che la Guardia Costiera ha sequestrato è di 100 kg di datteri che probabilmente sarebbero stati venduti a prezzi molto elevati ove si consideri che quattro persone hanno dovuto immergersi nel mare, frantumare le rocce e quindi prelevare i molluschi in situazione di rischio di essere arrestati come poi è avvenuto. Il fenomeno purtroppo è ancora diffuso anche se c’è un divieto da parte delle Autorità Nazionali con la Legge del 25 agosto 1998 ed anche l’UE, con il Regolamento CE 1967/2006, ne ha proibito la “pesca”. La decisione comunitaria è dovuta al fatto che il problema riguarda i diversi paesi che si affacciano sul Mediterraneo e continuando a “pescare” in questo modo si distruggono interi ecosistemi con la desertificazione dei fondali marini. Basti considerare che mangiando un piatto di pasta con i datteri si distruggono 10 metri quadrati di fondale marino. La “pesca”, la conservazione, il trasporto, la vendita ed il consumo dei datteri marini è sanzionato sia da un punto di vista amministrativo con multe, sia penalmente con l’arresto. I “consumatori” di datteri marini dovrebbero essere coscienti della gravità della loro azione e del fatto che oltre a pagare prezzi incredibilmente elevati i datteri (probabilmente oltre i 100 euro al Kg), si corrono pericoli di pesanti sanzioni e si concorre pesantemente a distruggere il nostro ambiente. Non bisogna poi sottovalutare il fatto che non esiste alcun controllo sanitario dei datteri che perciò potrebbero provenire da zone magari contaminate con qualche sostanza chimica e, soprattutto, essere contaminati con microrganismi potenzialmente patogeni. A questo proposito si deve ricordare che i datteri sono dei molluschi e quindi “filtratori” di incredibili quantità di acqua marina. Gli altri molluschi prima di essere messi in vendita vengono controllati e depurati; la stessa cosa per ovvi motivi non avviene per i datteri e quindi i rischi di intossicazione alimentare potrebbero essere consistenti. Ove dovesse verificarsi una situazione del genere i guai sarebbero doppi in quanto le Autorità Sanitarie risalirebbero a quello che si è mangiato e scoprirebbero il consumo dei datteri e si vedrebbero costrette ad applicare le sanzioni previste dalla legge. Di questo pericolo dovrebbero esserne coscienti anche i ristoratori e quindi evitare di compiere questa grave illegalità. In conclusione vale la pena attentare all’ambiente, spendere un sacco di soldi e correre seri rischi quando è possibile mangiare le comuni cozze o vongole che sono molto più sicure e che se abilmente cotte non hanno molto da invidiare ai datteri? cvs Bystolic
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