Detersivi per lavatrici e lavastoviglie, quali sostanze chimiche usiamo in casa? 

Agostino Macrì
7 Ottobre 2025
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Ognuno di noi, spesso inconsapevolmente, utilizza sostanze chimiche nelle proprie attività giornaliere per mantenere pulita la casa, per il funzionamento degli elettrodomestici, per la propria igiene personale e per curare il proprio aspetto con vari cosmetici. 

Come sono cambiati i detersivi

Una delle operazioni più comuni è il lavaggio dei tessuti (biancheria, vestiti, lenzuola, ecc.) e delle stoviglie (piatti, bicchieri, posate, ecc.). Queste attività fino alla prima metà del secolo scorso venivano fatte faticosamente a mano, utilizzando saponi tradizionali ottenuti trattando i grassi animali e vegetali (spesso di scarto) con soda e potassa.

Con l’invenzione delle lavatrici è stato possibile ridurre significativamente il tempo e la fatica, ma ha anche richiesto lo sviluppo di nuovi materiali in grado di sciogliere e rimuovere la sporcizia. L’uso dei saponi classici avrebbe completamente deteriorato le macchine.  

In un primo tempo si utilizzarono i tensioattivi associati ai fosfati. Questi ultimi, però, comportavano gravi problemi all’ambiente, perché una volta emessi con gli scarichi delle lavatrici raggiungevano le acque superficiali favorendo lo sviluppo anomalo delle alghe, che portava alla eutrofizzazione e comprometteva gli equilibri ambientali. Per questo motivo l’uso dei polifosfati è stato proibito. 

L’industria produttrice di detersivi è corsa ai ripari e grazie alla ricerca scientifica ha sviluppato detersivi contenenti tensioattivi molto più efficaci, cui sono stati associati degli enzimi che sciolgono le particelle organiche presenti nello sporco (grassi, amidi, proteine) ed anche delle sostanze aromatizzanti, che rendono gradevole il bucato. 

Nel caso delle lavastoviglie si trovano anche i brillantanti, che eliminano gli aloni spesso visibili negli oggetti di vetro. 

In questo modo è stato possibile ridurre notevolmente i tempi di lavaggio, con un importante risparmio di energia ed anche un minore consumo di acqua.  

Cosa è meglio usare?

Gli oggetti da lavare nelle lavastoviglie sono costituiti da materiali resistenti (vetro, ceramica, metallo, platiche termoresistenti), quindi si possono utilizzare detersivi energici che attaccano lo sporco, rimuovendolo completamente. Questo genere di detersivi consente di eliminare il prelavaggio per la rimozione dello sporco grossolano. 

Al contrario, per lavare i tessuti in lavatrice bisogna utilizzare detersivi delicati, in cui si abbinano dei tensioattivi ad enzimi che rimuovono efficacemente lo sporco senza danneggiarli. 

Il caso più conosciuto è quello del detersivo pubblicizzato per “dare nuova vita” ai tessuti. Esso è costituito da una miscela di tensioattivi molto delicati, agenti protettivi delle fibre, ravvivanti dei colori ed un pH neutro. 

Leggiamo sempre le etichette

L’efficacia dei singoli detersivi deriva da studi scientifici molto accurati. Le aziende produttrici custodiscono gelosamente le loro formule. Attraverso le etichette trasferiscono ai consumatori le informazioni sulle modalità da seguire per ottenere i migliori risultati riducendo le spese energetiche, ottenere oggetti puliti e privi di agenti patogeni e ridurre drasticamente gli effetti negativi sull’ambiente. 

La raccomandazione è quindi quella di scegliere i detersivi sulla base della accuratezza delle informazioni fornite e riportate nelle confezioni. L’acquisto di prodotti generici privi di informazioni sulle modalità di uso, potrebbe non dare i risultati sperati e magari dare origine a danni. 

Non tutti i detersivi in commercio hanno la stessa efficacia e sicurezza. Nella tabella  vediamo le differenze tra un detersivo di qualità ed uno generico. 

Confronto fra detersivo di qualità e generico 

     Etichetta prodotto di marca  Etichetta generica / differenze osservate 
Simboli di pericolo / avvertenze  Chiaramente visibili, spesso con icone evidenti e testo in contrasto  Presenza obbligatoria anche per il generico, ma in queste immagini è meno prominente, testo più piccolo 
Nome / marchio / funzione  Nome della marca ben riconoscibile, con varianti per “Color”, “Classico”, “Discs” ecc.  Nome generico, funzione (liquido, color) senza grande differenziazione o segmentazione 
Istruzioni / dosaggio  Le etichette dei detersivi di marca illustrano le quantità consigliate, varianti in base al carico e alla durezza dell’acqua (nelle versioni dettagliate)  Nel generico il dosaggio appare come istruzione semplice, senza grandi varianti visibili nell’immagine 
Ingredienti / composizione  Le etichette posteriori dei prodotti di marca includono sezioni “Ingredienti” (secondo Reg. detergenti UE), profumi allergeni, informazioni su enzimi / sbiancanti  Nel generico, queste sezioni appaiono meno leggibili, con voci generiche “tensioattivi”, “profumo”, “enzimi” ma senza molta trasparenza 
Testo / leggibilità  Testi ben organizzati, suddivisi in sezioni (uso, avvertenze, composizione)  Testi più compatti, meno spaziati, gerarchia informativa meno chiara 
Claim / marketing / valori aggiunti  I detersivi di marca spesso inseriscono claim come “pulito profondo”, “freschezza igienica”, impegno ambientale su alcune versioni  Nel generico non si vedono (nelle immagini trovate) molti claim aggiuntivi, più orientato alle funzioni base 
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