Favismo: cos’è, come prevenirlo e curarlo

Agostino Macrì
15 Aprile 2014
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Le fave sono frutti tipici della primavera e sono molto apprezzate crude, cotte, da sole o accompagnate con il formaggio di pecora. Le fave con il pecorino rientrano proprio nella tradizione alimentare di molte regioni italiane e negli esercizi commerciali di frutta e verdura in questo periodo compare il cartello che avverte della presenza di fave. Come è noto, queste avvertenze servono a tutelare le persone affette da “favismo” che è una malattia caratterizzata da un difetto dei globuli rossi. La funzionalità e l’integrità dei globuli rossi dipendono dalla presenza di un enzima chiamato “glucosio-6-fosfato-deidrogenasi” che entra in alcune reazioni fisiologiche: la sua mancanza blocca queste reazioni e di fatto provoca la distruzione dei globuli rossi. Nelle persone affette da favismo l’enzima è presente in quantità più basse rispetto alle persone che non hanno questa malattia, anche se normalmente conducono una vita normale. Si tratta di una malattia genetica che viene trasmessa dal cromosoma X femminile, ma, curiosamente, la malattia colpisce maggiormente i maschi ed in particolare i bambini. Esistono alcuni alimenti (in particolare le fave ed i piselli) ed anche alcuni farmaci che se sono consumati hanno la capacità di bloccare il poco enzima presente; questa reazione può essere provocata anche dal contatto con le fave. Gli effetti sull’organismo sono devastanti perché in breve tempo si può avere la distruzione dei globuli rossi con un grave stato anemico che, se non curato in tempo, può essere anche letale. Fortunatamente la diagnosi della malattia è piuttosto facile perché è sufficiente dosare la glucosio-6-fosfato-deidrogenasi nel sangue con un metodo che i laboratori di analisi clinica conoscono bene per individuare una eventuale carenza. Una volta diagnosticata la malattia alle persone affette da favismo vengono indicati gli alimenti ed i farmaci che debbono evitare e quindi possono facilmente prevenire i danni che possono derivare. Purtroppo però possono esserci delle situazioni in cui non si è a conoscenza di essere ammalati, oppure un consumo inconsapevole di alimenti o farmaci che scatenano il meccanismo di distruzione dei globuli rossi. Tale evenienza si verifica più frequentemente nei bambini e, come accennato, può assumere il carattere di estrema gravità. In questi casi è necessario ricorrere tempestivamente alle cure mediche presso un ospedale; infatti sarà necessario effettuare delle trasfusioni di sangue per sostituire e/o integrare i globuli rossi andati distrutti. Tutti possono ricorrere a dei controlli per verificare la presenza o meno di favismo; sono però soprattutto le persone (ed in particolare i bambini) che hanno avuto in famiglia dei parenti con la malattia che dovrebbero effettuare dei controlli medici che possono confermare o, più facilmente, escludere la malattia.
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