La carne di pollo è sicura?

Agostino Macrì
3 Giugno 2023
Condividi su

Con una certa frequenza vediamo e ascoltiamo nei media servizi che rappresentano in modo raccapricciante gli allevamenti dei polli che fanno pensare a un mancato rispetto del benessere degli animali e anche una scarsa salubrità delle carni che si ottengono.
Si tratta spesso di immagini che non rappresentano tutto il sistema avicolo, ma di eccezioni correlate a situazioni di illegalità. Infatti l’allevamento dei polli può avvenire soltanto nel rispetto delle norme previste dalla Direttiva della Comunità Europea 2007/43 che prevede l’applicazione delle seguenti misure:

  • I pollai dove vengono allevati i polli devono consentire a tutti i polli l’accesso adeguato:
     – all’acqua di abbeveraggio;
     – al mangime,
     – a una lettiera asciutta e friabile.
  • Gli edifici devono essere adeguatamente illuminati durante le ore di luce e vi dev’essere sufficiente
    ventilazione.
  • Tutti i polli presenti nell’azienda devono essere ispezionati almeno due volte al giorno.
  •  I polli gravemente feriti o in cattiva salute devono essere sottoposti a terapia o abbattuti immediatamente.
  • Sono generalmente proibiti gli interventi chirurgici effettuati a fini diversi da quelli terapeutici. La troncatura del becco e la castrazione sono consentite solo in determinati casi.
  • Il proprietario o detentore deve tenere un registro per ciascun pollaio dell’azienda, indicante:
    – il numero di polli introdotti e rimanenti una volta prelevati quelli destinati alla vendita o alla
    macellazione;
    – l’area utilizzabile;
    – l’ibrido o la razza dei polli;
    – il tasso di mortalità.

Si tratta di misure che hanno lo scopo di tutelare il benessere degli animali allevati, ma implicitamente anche la sicurezza della carne che viene prodotto. Tali misure sono di norma applicate in tutti gli allevamenti avicoli, ma le organizzazioni “animaliste” le ritengono inadeguate e ritengono che sia necessario rivederle e anche controllare meglio il loro rispetto. A tale proposito Il 15/6/2022 è stata presentata una petizione al Parlamento Europeo che trovato di recente accoglimento a maggioranza tra i Deputati accettata di recente e che sostanzialmente impegna la Commissione della UE una revisione della Direttiva 2007/43 per meglio tutelare il benessere dei volatili allevati.

Quali misure
Il mantenimento di buone condizioni di salute degli animali è un obiettivo primario di tutti gli allevatori e le ragioni sono anche di interesse economico in quanto le sue produzioni sono inferiori a quelle degli
animali sani. Il periodo di allevamento è di norma di circa due mesi, ma anche se è breve è di fondamentale importanza il rispetto delle condizioni igieniche degli allevamenti, una alimentazione adeguata e l’assistenza sanitaria veterinaria.
Alcune malattie infettive possono essere prevenute mediante delle vaccinazione che sono decise in funzione della situazione epidemiologica degli allevamenti.
E’ importante separare gli animali in diversi capannoni costituendo dei gruppi relativamente piccoli che possono essere tenuti sotto controllo in modo indipendente. Negli allevamenti di norma si procede a un esame microbiologico costante per accertare la possibile presenza di malattie infettive. Nei casi in cui i controlli danno esito “positivo” si possono tentare delle terapie, oppure si procede all’abbattimento e la distruzione di tutti gli animali potenzialmente infetti.
Le terapie possono essere molto costose e possono essere praticate soltanto con il un controllo veterinario. Non sempre però garantiscono la guarigione completa e, in mancanza di un rigoroso rispetto delle indicazioni fornite dai veterinari, esiste la possibilità che le carni degli animali siano contaminate da residui. Per tali motivi spesso si preferisce eliminare tutti gli animali.
Al termine del ciclo di vita produttiva tutti gli animali del gruppo sono macellati, i locali di stabulazione sanificati e occupati con un nuovo gruppo di pulcini. Gli animali macellati sono sottoposti a un ultimo controllo sanitario veterinario e le carni sono messe in commercio soltanto se è garantita la loro salubrità.

Conclusioni
Le carni di pollo che troviamo in commercio sono ottenute da un sistema di allevamento conforme alle normative comunitarie che, grazie ai controlli interni negli allevamenti e a quelli durante e dopo la macellazione, ne garantisce la salubrità. Si può quindi escludere con ragionevole certezza che nelle carni di pollo in commercio negli esercizi commerciali autorizzati quali, ad esempio, macellerie e supermercati, ci siano residui di farmaci veterinari. Si può anche escludere la contaminazione con microrganismi patogeni. Appare infine utile affermare che non esiste nessun problema di residui di ormoni, e quindi smentire questo pregiudizio ancora abbastanza diffuso.
Per rispondere al quesito iniziale si può affermare che la carne di pollo è sicura.

Condividi su: