LEGGE SUL BIOLOGICO: DI CHE SI TRATTA?

Agostino Macrì
7 Marzo 2022
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Agli sportelli dell’UNC è arrivato un quesito riguardante la legge sul biologico. Vediamo di cosa si tratta e quali princìpi vengono stabiliti.

Gli alimenti biologici

Le procedure da seguire per la produzione degli alimenti biologici sono state definite in modo molto dettagliate nel Regolamento UE 848 del 2018.

Il 1° gennaio del 2022 l’UE ha pubblicato altri quattro Regolamenti (2304, 2305, 2306, e 2307) con i quali stabilisce le norme da seguire per i controlli nella produzione, gli scambi commerciali e la distribuzione degli alimenti biologici.

I Regolamenti Comunitari definiscono i princìpi da seguire per la produzione e la commercializzazione degli alimenti biologici, ma la loro applicazione è compito dei singoli Stati. Proprio in tale contesto il nostro Parlamento lo scorso 2 marzo ha approvato il DDL 988 definito “Legge sul Biologico”.

 

La Legge sul biologico

Si tratta di un documento piuttosto complesso che riprende i princìpi già stabiliti dai Regolamenti Europei. In particolare riprende l’importanza che le produzioni biologiche possono avere nella tutela dell’ambiente, nel benessere delle piante e degli animali e nella qualità degli alimenti prodotti.

Sono definite nei dettagli le misure di sostegno che lo Stato intende attuare per incentivare le produzioni biologiche e che vanno dai finanziamenti alle attività di ricerca ai contributi agli operatori del settore.

Sono stati anche istituiti Comitati sia a livello centrale sia a livello territoriale, con lo scopo di valorizzare al meglio l’intero settore.

Il DDL è stato accolto con entusiasmo dagli operatori del settore, dagli ambientalisti e anche dai politici (va rilevato che al Senato il provvedimento è stato approvato quasi all’unanimità (un solo voto contrario e un astenuto).

 

La posizione di operatori, ambientalisti e politici

Gli operatori del settore vedranno facilitate le loro attività che potranno tradursi in una riduzione dei costi di produzione e una facilitazione nella commercializzazione degli alimenti biologici.

Gli ambientalisti, grazie anche alla riduzione dell’impiego di sostanze chimiche, intravedono nelle produzioni biologiche una maggiore tutela dell’ambiente.

I politici confidano in una ripresa delle attività agrozootecniche anche grazie al recupero di molte aree marginali e il ritorno nei campi di molte persone.

 

Il parere di un gruppo di scienziati

C’è però un nutrito gruppo di scienziati guidati dalla Senatrice Cattaneo che ritiene alcune attività “biologiche” prive di basi scientifiche.

In particolare non ritiene giustificato l’ostracismo ad alcune innovazioni tecnologiche quali gli OGM e, soprattutto, l’equiparazione dell’agricoltura “biodinamica” a quella biologica.

Quest’ultimo punto è stato particolarmente contestato perché si ritiene inammissibile riconoscere e magari finanziare progetti di ricerca di una pratica che si basa su teorie la cui reale consistenza non è mai stata dimostrata.

 

E i consumatori?

Come accennato, le produzioni biologiche possono avere un impatto favorevole sull’ambiente e in qualche caso caratteristiche qualitative differenti.

Per quanto riguarda la sicurezza “chimica”, non ci sono differenze significative. Per quanto riguarda quella “microbiologica” alcuni alimenti biologici (soprattutto quelli di origine animale) potrebbero essere addirittura meno sicuri di quelli convenzionali.

 

Il problema dei costi

Esiste poi il problema dei costi che sono maggiori per quelli “biologici” a causa delle basse rese produttive. Andrebbe quindi spiegato con chiarezza ai cittadini che acquistando alimenti “biologici” si può contribuire a una migliore tutela dell’ambiente, senza però trarre particolari benefici per la propria salute.

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