Urge scala mobile. Secondo l’Istat, a marzo 2025 le retribuzioni sono, in termini reali, inferiori dell’8% rispetto a gennaio 2021.
Roma, 29 aprile 2025 – “Il rialzo del 4% degli stipendi, apparentemente superiore all’inflazione registrata nello stesso periodo di riferimento, è solo un’illusione ottica, dato vi è sempre un ritardo di mesi tra l’adeguamento delle retribuzioni e l’andamento dell’indice dei prezzi al consumo. Purtroppo, se prendiamo un periodo di riferimento temporale più ampio, siamo ben lungi dall’aver recuperato quando perso con l’inflazione record del 2022 e del 2023” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando il dato Istat secondo il quale l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a marzo 2025 sale del 4% rispetto a marzo 2024.
“Non per niente la stessa Istat denuncia che le retribuzioni contrattuali reali di marzo 2025 sono ancora inferiori di circa l’otto per cento rispetto a quelle di gennaio 2021, un gap a dir poco vergognoso che attesta l’urgenza di una legge che preveda, in caso di mancato rinnovo dei contratti oltre i due anni, il ripristino automatico della scala mobile all’inflazione programmata dal Governo, magari solo per chi ha un reddito inferiore a 35 mila euro, così da evitare il rischio di una spirale salari – inflazione” conclude Dona.