E voi lo sapevate come difendervi dallo spoofing e da altre frodi bancarie?
Le frodi in ambito bancario e finanziario sono in aumento
In alcuni casi i malviventi rubano materialmente la carta di pagamento alla vittima. Oppure è violato l’account dell’home banking e il consumatore se ne accorge, ad esempio, guardando l’estratto conto.
Ma in alcuni casi è la stessa vittima che con il proprio comportamento, può favorire il verificarsi della frode. Queste sono le truffe più frequenti: sono gli stessi consumatori a comunicare ai truffatori i propri dati, password, PIN e codici di accesso ai propri conti o carte di pagamento. Oppure effettuano loro stessi l’operatività “sotto dettatura”, perché indotti a credere di parlare con un consulente della banca o di un’organizzazione conosciuta.
Spesso i truffatori utilizzano lo spoofing, una tecnica di attacco informatico che mira ad ingannare la vittima riproducendo indirizzi mail o numeri di telefono già presenti nella rubrica del telefono. Lo utilizzano anche in combinazione con sistemi di intelligenza artificiale generativa che riescono ad imitare accuratamente voci e interagire in modo autentico, senza fornire alcun indizio sulla loro vera identità attraverso la scelta delle parole o il tono di voce. Eppure, dovremmo imparare che, anche se il sito web, il messaggio o la persona all’altro capo del telefono sembrano essere effettivamente autentici, questo non è sufficiente per essere sicuri che in realtà non ci si trovi nel bel mezzo di una truffa.
Come si fa a cadere nella trappola dello spoofing?
Quando racconto nei miei video di episodi in cui la vittima comunica i codici di accesso del suo conto al truffatore attraverso un whatsapp convinta di interagire con il proprio istituto di credito oppure li rivela al telefono ad un sedicente operatore bancario, raccolgo l’incredulità generale. Come si fa a cadere in trappole del genere? Mi chiede qualcuno e invece, vi assicuro, succede e anche molto più spesso di quanto si pensi.
Basta citare quanto è accaduto ad un manager di una nota società di produzione che ha ricevuto un messaggio su whatsApp da un account riconducibile alla società stessa. Nel messaggio gli veniva chiesto di disporre il bonifico da quasi un milione di euro dandogli le coordinate bancarie. Lui lo ha fatto senza pensarci, riconoscendo il numero del destinatario ma in realtà una banda di malviventi si era inserita nelle comunicazioni aziendali, falsificando i messaggi in modo da renderli credibili per le vittime.
È la così detta “Ceo fraud”, che purtroppo non miete vittime soltanto fra i manager…
Per proteggersi da queste minacce è fondamentale essere sempre cauti e mettere in atto alcune misure di sicurezza. Per prima cosa, sarebbe bene verificare l’autenticità delle comunicazioni inattese e non giustificate. Ad esempio, se venite contattati da qualcuno che si presenta come un operatore della vostra banca, ricordate che la Banca non vi richiederà mai codici di accesso o PIN, semplicemente perché a lei non servono per consultare i vostri conti.
Nel caso dovesse accadere
Nel caso dovesse accadere, chiudete immediatamente la conversazione e richiamate la vostra banca ai numeri ufficiali che trovate indicati ad esempio sul sito e/o sulle carte di pagamento. Attenzione anche a non cliccare su link sospetti inviati, anche a seguito del contatto telefonico! Non condividete mai informazioni personali, codici o password con persone di cui non avete verificato l’identità, diffidate di richieste urgenti o non giustificate di dati sensibili. Inoltre, ricordate che tenersi informati sulle minacce informatiche emergenti nel nostro mondo digitale, sempre più interconnesso, può ridurre significativamente il rischio di cadere vittima di attacchi di spoofing. Una buona ragione per dare un’occhiata ai miei video su Instagram…
Per conoscere gli altri consigli e sapere come far valere i tuoi diritti ascolta: Frodi bancarie: come difendersi dallo spoofing
E voi lo sapevate?
Autore: Massimiliano Dona
Data: 19 giugno 2024