Perché sosteniamo una nuova legge sui taxi 

Marcella Mastrobuono
26 Giugno 2025
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Avete mai cercato un taxi in una grande città italiana, fuori a stazioni o aeroporti?  Se sì, allora sapete bene cosa significa stare in fila (in città come Roma, si può aspettare anche più di un’ora!) agli stalli dei taxi o in attesa che un operatore del centralino vi risponda, magari dopo un viaggio lungo in treno o in aereo. 

Oggi le app per prenotare possono semplificare il processo, ma anche loro si scontrano con la scarsa disponibilità di mezzi e l’impossibilità di trovare una soluzione alternativa

Serve una nuova legge! 

Il problema è una legge vecchia di più di 30 anni, la n. 21 del 1992, quella che regola il trasporto pubblico non di linea, taxi ed NCC, in un’epoca che è ormai totalmente diversa, fatta di app e piattaforme digitali, ricerca di sostenibilità e città che cambiano. 

Eppure, la libertà di circolare nel nostro Paese è un diritto sancito dalla Costituzione, all’articolo 16. E si chiama proprio così il comitato che ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare, Articolo 16, proposta che noi di UNC sosteniamo e promuoviamo.

L’obiettivo è raccogliere almeno 50.000 firme entro il 23 settembre 2025, per portare la proposta in discussione al Senato. 

Guarda il video di Massimiliano Dona su Instagram:

Cosa prevede la proposta di legge? 

È il cittadino a scegliere come muoversi, non lo Stato a limitare l’accesso alle soluzioni alternative con vincoli e limiti: questo è il principio fondamentale su cui si basa la proposta di legge.

Un nuovo sistema basato sulla concorrenza, dove taxi e NCC competono in regime di libero mercato, offrendo servizi migliori a prezzi più accessibili. 

Cosa prevederebbe la nuova legge: 

  • Più concorrenza, quindi più scelta
  • Meno auto private e più mezzi condivisi, quindi meno inquinamento e meno traffico nelle città 
  • Obbligo per le imprese di assumere conducenti con contratti regolari, quindi più occupazione 
  • Stop alle licenze impossibili da ottenere, via ad un’autorizzazione regionale con controlli chiari e criteri trasparenti, quindi più semplificazione.

Come cambierebbe il sistema di trasporto non di linea? 

Il servizio taxi continuerebbe a lavorare come oggi, con la possibilità di stazionare in attesa di clienti, ma anche il servizio NCC opererebbe con regole specifiche, senza limitazioni fantasiose e arbitrarie come l’obbligo di tornare alla rimessa dopo ogni corsa o l’obbligo di fare una pausa di 20 minuti fra una corsa e l’altra, già sospesi dal Tar, condannati dalla Consulta e segnalati dall’Antitrust, totalmente contrari alla libertà di iniziativa economica. 

L’attuale sistema di licenze, costosissime e impossibili da ottenere, verrebbe sostituito da un meccanismo più snello: un’autorizzazione regionale, rilasciata previa verifica dei requisiti morali e professionali del titolare e dei requisiti tecnici del veicolo.  

Saranno inoltre introdotti incentivi per l’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale.  

Il passaggio sarebbe graduale, per garantire una transizione ordinata e permettere a tutti di adattarsi al nuovo sistema: la proposta prevede una transizione di 12 mesi, durante la quale le licenze esistenti verranno automaticamente convertite nelle nuove autorizzazioni. 

Perché promuoviamo la proposta di legge 

Il trasporto pubblico non di linea ha una importanza fondamentale nella mobilità di una città, ma in Italia il servizio è di bassa qualità e non all’altezza di un Paese moderno, fatto di lunghissime attese, code e disservizi.  

È ora di dotare l’Italia di un sistema moderno, in cui possiamo essere liberi di scegliere come muoverci, senza essere costretti ad usare un’auto privata, in cui possiamo prenotare e pagare come preferiamo, “invece di cercare di mantenere privilegi di casta anacronistici” come da sempre afferma il presidente di Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona. “Basta continuare a compiacere la lobby dei tassisti, danneggiando e ostacolando la professione degli NCC con vincoli assurdi e non giustificati”. 

Come partecipare 

Per sostenere la proposta di legge e portarla in Parlamento, si può firmare: 

  • Ai banchetti fisici organizzati in tutta Italia.
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