Reclamo N° 130658

All'incirca nel mese di agosto 2018 ho disdetto la linea mobile a me intestata, passandola ad altro operatore mobile. A settembre 2018 mi arriva da fastweb una fattura con l'importo di 113,11 euro iva esclusa, a dir loro tale. Importo è da intendersi come "penale", in quanto in fase di sottoscrizione della linea indicata ho anche acquistato un cellulare. Confermo di aver preso un cellulare, la linea è stata attivata come da conferme anche dello stesso operatore su indicato in data 27/10/2016, il vincolo contrattuale che mi è stato più volte confermato anche in passato per l'acquisto del telefono era di 12 mesi che scadeva quindi il 27/10/2017. Ho chiesto più volte nel corso degli ultimi due anni conferma ai vari operatori fastweb di quando scadesse il vincolo contrattuale e mi è sempre stata indicata la data di ottobre 2017. Ho anche cercato sul sito informazioni contrattuali in merito nell'area trasparenza e Privacy ma senza successo. In conclusione non ritengo di dovere alcun importo indicato nella fattura avendo dato disdetta ampiamente dopo il vincolo su indicato di 12 mesi. Ho immediatamente scritto via pec ed a mezzo fax a fastweb richiedendo verifiche e sporgendo quindi reclamo ed ho provveduto a bloccare il rid bancario. A distanza di 2 mesi non ho mai ricevuto conferma di presa in carico del reclamo né tantomeno risposta ufficiale. Oggi infine mi contatta una società di recupero crediti la quale mi richiede il pagamento di un importo di 128 euro e quindi ancor di più maggiorato, tale società non era neanche a conoscenza del mio reclamo e mi ha chiesto di girargli le mie segnalazioni fatte via pec, ho provveduto immediatamente in data odierna sempre via pec a girare i reclami inviati a fastweb a questa società. È la seconda volta che fastweb manda mie pratiche al recupero crediti senza dare prima un riscontro ai miei reclami, tra l'altro la prima volta alla fine anche la società di recupero mi ha dato ragione ed ha annullato tutto. Chiedo un vostro supporto in merito per capire come gestire la faccenda. Grazie, Stefano Pollio