Sante
19 Aprile 2018
Buongiorno.
in data 01/09/2017 ho inviato una raccomandata alla sede legale di TIM per la disdetta della linea telefonica fissa.
Tale raccomandata è pervenuta alla suddetta società in data 05/09/2017 come da ricevuta di ritorno.
Due operatori del 187, mi hanno confermato di non pagare le fatture che sarebbero pervenute oltre tale data in quanto il servizio si riteneva cessato al momento del ricevimento della raccomandata e che ci sarebbe pervenuta una fattura finale con il conguaglio da pagare oltre ai costi per la cessazione.
Dopo continui solleciti agli operatori di TIM (più volte al mese) la linea non risulta ancora cessata. Gli stessi mi dicono che è in corso la procedura e di aspettare senza pagare le fatture che nel frattempo ci erano pervenute (relative a servizi di cui non abbiamo usufruito oltre la data sopra citata).
Dopo un'altra chiamata al 187, l'operatore mi dice che la cessazione della nostra linea è stata accettata in data 08/02/2018 e che avremmo dovuto pagare la fattura che ci sarebbe pervenuta relativa al periodo (agosto 2017) nel quale abbiamo usufruito del servizio.
Nei primi giorni di aprile ci arriva tale fattura al cui interno sono però conteggiati altri servizi di cui non abbiamo usufruito. Così lo facciamo presente a TIM tramite raccomandata senza avere risposta.
Visto gli importi molto esigui (20 euro), e la scadenza della fattura prossima, decidiamo di pagare la fattura ugualmente in modo tale da concludere la faccenda.
Tuttavia nel momento di pagarla, le poste ci dicono che è già stata pagata.
Il giorno seguente (13 aprile 2018) ci perviene una lettera da una società di recupero crediti con la quale ci richiedono di pagare le somme dovute a TIM nella misura pari a tutte le fatture non pagate nel periodo tra il 05/09/2017 e la data di cessazione della linea (08/02/2018).
Così procedo a chiamare tale società di recupero crediti, la quale mi dice che da contratto con TIM, dalla data di ricezione della raccomandata (05/09/2017), TIM può prendersi 30 giorni per accettare la cessazione; quindi fino al 05/10/2017.Tuttavia in tale periodo (data 27/09/2017) ci era pervenuta una fattura che, come da istruzioni dell'operatore, non abbiamo pagato. La società di recupero crediti ci dice che visto che non abbiamo pagato tale fattura, TIM (senza avvisarci) ha negato la cessazione della linea e che poteva prendersi tutto il tempo che voleva per decidere se cessare o meno la linea.
Finchè in data 08/02/2018 ha cessato la linea visti, a suo avviso, gli innumerevoli insoluti, ed ha delegato la società di recupero crediti alla riscossione del fatture insolute.
Richiamano così un operatore, il quale mi dice che non può aiutarmi, nemmeno quando gli chiedo se può inviarmi il contratto per vedere la corrispondenza di quanto detto dalla società di recupero crediti. L'operatore mi consiglia di richiederlo tramite fax, mi dice dei 30 giorni che TIM poteva prendersi per la cessazione, ma mi segnala inoltre di non pagare le fatture oltre la data del 05/10/2017, in quanto non corrette.
Allorchè richiamo la società di recupero crediti spiegandole quanto detto dall'operatore, tuttavia mi evidenzia come il contratto preveda quanto detto in precedenza e che l'operatore si sbaglia. Segnalo alla società di recupero crediti l'intenzione di richiedere il contratto a TIM (come da consiglio dell'operatore), ma tale società mi dice che avrei potuto farlo ma che probabilmente non l'avrei mai ottenuto, e sicuramente non in un tempo breve. Inoltre mi promuove un saldo e stralcio in modo da pagare l'80% del credito vantato da TIM (pari ad Euro 500) e che se volevo accettare, dovevo adempiere al pagamento entro 5 giorni.
Ora, l'intenzione della famiglia è quello di pagare la minor somma, ma a me rimane il dubbio se tale somma sia lecita o meno.
Per caso voi avete qualche suggerimento su come comportarmi?
Vi ringrazio per la disponibilità e mi scuso per la descrizione lunga.
Cordiali saluti.
Sante Bernardi
