Attenzione alla spesa

Agostino Macrì
22 Gennaio 2013
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Riceviamo una lettera che riteniamo opportuno pubblicare integralmente poiché dimostra quante sono le insidie a cui possono andare incontro i consumatori anche rivolgendosi ai normali canali di distribuzione. L’esperienza vissuta da Beatrice (questo il nome della consumatrice che ci ha scritto) ci spinge a prestare la massima attenzione nell’acquisto dei generi alimentari e di verificare con attenzione l’etichetta, lo stato di conservazione, le caratteristiche dell’involucro ed ogni altro elemento che può rendere un alimento, anche di basso costo, totalmente inutilizzabile se non addirittura pericoloso. Ecco cosa ci ha scritto Beatrice: “Terminate le feste natalizie scandite da pranzi, buffet, cenoni e colazioni abbondanti, si comincia l’anno nuovo cercando di recuperare un’alimentazione equilibrata. Vado quindi a fare la spesa decisa a mettere nel mio carrello qualche prodotto che non avevo trovato in tavola durante questi giorni: mi indirizzo verso il reparto carni alla ricerca del buon vecchio ‘petto di pollo’… Tutta contenta che il supermercato effettuava una conveniente offerta sul prezzo (definita dallo stesso “offertona”), mi affretto a prenderne subito 2 confezioni, ma immediatamente il mio entusiasmo diminuisce: noto infatti all’interno della confezione la presenza di un liquido giallastro in cui “sguazza” il petto di pollo. Mi sorge spontanea una domanda: è segno, questo, di freschezza del prodotto? Controllo allora la data di confezionamento sull’etichetta che risulta essere quella del giorno stesso. Rimango comunque perplessa e continuo a leggere le informazioni merceologiche riportate sull’etichetta: luogo di allevamento: Germania (mmm), luogo di bolla Italia…. “Luogo di bolla”?! Ma cos’è? Come mai c’è questa indicazione sull’etichetta e soprattutto, cosa significa? A questo punto, sempre più sospettosa, focalizzo la mia attenzione sul prodotto all’interno della confezione e il mio occhio critico nota un marchio impresso sul petto di pollo, tipo tatuaggio e di nuovo mi viene la stessa domanda: cos’è? Sinceramente, quel pomeriggio, uscendo per andare a fare la spesa, avevo programmato di entrare, comprare il petto di pollo e uscire: tempo stimato 7-10 minuti (compresa la fila alla cassa). Invece mi sono ritrovata a cercare di rispondere a domande e perplessità sulla freschezza e idoneità del prodotto. Quel liquido proprio non mi convinceva… era un prodotto congelato e poi scongelato? Quali potevano essere le proprietà organolettiche e soprattutto nutrizionali di quella carne immersa in un liquido così sospetto? Beh, in conclusione, dubbiosa e non convinta, il polletto l’ho lasciato al supermercato! Ora mi chiedo: quanti altri consumatori si saranno posti le mie stesse domande e chi invece, ammaliato dall’ “offertona”, l’avrà comprato? (Beatrice Bertozzi)   La presenza del “liquido giallastro” potrebbe significare che il prodotto è stato precedentemente congelato e scongelato per la vendita. In presenza di tale situazione la data potrebbe riguardare soltanto quella del confezionamento e non quella della macellazione dell’animale. Questo elemento è avvalorato dal fatto che l’origine del pollo sarebbe tedesca ed è quindi assai improbabile che la data sia quella di macellazione. Si deve rilevare che la quasi totalità delle carni di pollo commercializzate in Italia sono di origine nazionale e non è facilmente comprensibile l’asserita origine della Germania. Da quanto descritto nella lettera sembra pienamente giustificata la rinuncia all’acquisto da parte di Beatrice e si invitano i consumatori a tenere atteggiamenti simili in situazioni analoghe segnalando eventualmente le irregolarità riscontrate alle Autorità pubbliche di controllo. (Agostino Macrì)
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