Focus sulle etichette alimentari parlanti

Agostino Macrì
15 Luglio 2020
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Il Regolamento UE 1169 del 2011 ha lo scopo di fornire ai consumatori delle informazioni dettagliate sulla qualità e la sicurezza degli alimenti. Le informazioni più importanti sono l’elenco degli ingredienti, la composizione nutrizionale  (proteine, carboidrati inclusi gli zuccheri, grassi) il contenuto in calorie, il sale e gli eventuali allergeni, la data di scadenza. E’ anche previsto che siano indicati i vari additivi e gli aromatizzanti.

Apparentemente tutto semplice. Invece il Regolamento è molto complesso per le tante regole e regolette che precisano molti dettagli e che stanno facendo felici i legulei impegnati nel risolvere contenziosi di ogni genere e a riscuotere adeguate parcelle..

Oltre all’etichetta sono fiorite una serie di “indicazioni” accessorie apposte sulle confezioni che dovrebbero indirizzare al meglio il consumatore, ma  non sempre è cosi.

Basta pensare ai “claims” salutistici presenti in numerosi alimenti e che vantano particolari proprietà benefiche, alla introduzione di cibi esotici o di nuova “invenzione”  (“novel food”),  l’indicazione deil’origine degli ingredienti alimentari. E poi bizzarre definizioni di alcuni surrogati alimentari  (vegetali chiamati con nomi propri di alimenti di origine animale). E’ anche esplosa la moda degli alimenti “senza” qualcosa che fa passare per “più” sicuri alimenti idonei soltanto a persone che hanno qualche malattia metabolica come gli alimenti senza glutine. Alle volte dietro queste “novità” si celano importanti interessi economici che tendono a valorizzare un alimento piuttosto che un altro simile.

Qualche esempio: consumando meno zucchero di incrementa la vendita dei dolcificanti artificiali, mangiando alimenti a base di soia  si riduce il consumo di latte e carne, riducendo o eliminando l’olio di palma aumenta la quantità di altri oli vegetali (colza e girasole in particolare).

Eclatante è la situazione dell’acqua di cui non possiamo assolutamente fare a meno. La troviamo facilmente accessibile e a costi irrisori dal rubinetto di casa. Però con qualche apparecchietto filtrante è più buona e magari competitiva con le acque minerali. Queste ultime, tramite importanti campagne pubblicitarie, sono riuscite a conquistare la fiducia dei cittadini tanto da presentarci nuovi prodotti colorati, aromatizzati e salinizzati che poco hanno a vedere con la classica e semplice acqua, ma che trovano il favore dei cittadini.

I consumatori possono difendersi andando a leggere le etichette; ciò richiede una certa “formazione” e anche del tempo quando si va a fare la spesa in modo da poterla fare consapevolmente.

Questo diritto a una corretta informazione è precluso alle persone con disabilità visive in quanto le etichette degli alimenti e le indicazioni accessorie sono stampate con caratteri tipografici leggibili (alle volte anche con difficoltà) soltanto ai “normovedenti”.

Circa 1 milione e mezzo di cittadini italiani “ipovedenti” si trovano nella impossibilità di fare autonomamente la spesa perché non possono leggere le etichette. Eppure il Regolamento 1169 del 2011  dice espressamente che le informazioni sugli alimenti debbono essere accessibili a tutti i cittadini inclusi quelli che hanno disabilità.

Si tratta di un problema molto serio che è ben presente all’Unione Italiana Ciechi, ma anche ad alcuni politici, a un groppo di ricercatori del CREA , di aziende specializzate nei sistemi di tracciabilità degli alimenti, alcune strutture produttive e della distribuzione e al FOSAN (Fondazione per lo studio degli alimenti e della nutrizione umana). Proprio il FOSAN ha organizzato un Convegno “telematico” in cui sono state discusse le possibilità di accessibilità alle etichette anche da parte dei non vedenti.

Al momento esiste la possibilità di adottare il codice “Braille”, ma non è semplice “tradurre” tutte le informazioni riportate nelle etichetti degli alimenti di piccole dimensioni. Molto promettente sembra invece essere una etichetta che può essere letta e tradotta vocalmente tramite uno “smartphone”.

Le prospettive sono buone, è però necessario che le iniziative in atto siano conosciute e condivise da tutti i cittadini in modo da sostenere coloro che stanno portando avanti l’iniziativa sia da un punto di vista tecnico, sia da un punto di vista politico e di comunicazione.

La registrazione dell’intero convegno è disponibile sulla pagina Facebook del FOSAN.

 

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