Mais, attenzione a micotossine come la fumonisina

Agostino Macrì
11 Febbraio 2025
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Il mais in granella viene utilizzato direttamente come farina nell’alimentazione umana (polenta e prodotti da forno), nell’industria per l’estrazione dell’olio e come alimento per gli animali. Agli animali vanno anche i sottoprodotti che si ottengono dall’estrazione dell’olio. 

La produzione nazionale, concentrata soprattutto al Nord, non è sufficiente a coprire i nostri fabbisogni e siamo costretti ad importarne rilevanti quantità da Paesi esteri. 

Mais e micotossine

Purtroppo, il mais è suscettibile di essere attaccato da funghi microscopici, che durante il loro sviluppo possono produrre delle pericolose micotossine.

Le micotossine possono contaminare i chicchi e renderli potenzialmente pericolosi sia per i consumatori umani, sia per gli animali. 

Per proteggere la salute degli animali e dei consumatori di carne, latte e uova potenzialmente contaminate da residui di micotossine, l’Unione Europea, sulla base dei pareri dell’Autorità Alimentare Europea (EFSA), nel 2006 ha stabilito dei valori guida di sicurezza delle singole micotossine. Sono stati definiti dei limiti nel mais che non dovrebbero essere superati. 

Fumonisina, che cos’è?

Sulla base di nuove informazioni scientifiche, nel 2024 l’UE ha ritenuto opportuno proporre una riduzione dei valori guida soprattutto per il mais destinato all’alimentazione animale. La micotossina maggiormente ridotta è stata la fumonisina, che a dosaggi elevati può creare danni alla salute di alcune specie.  

Nel 2006 il valore guida della fumonisina per il mais destinato alla produzione di mangimi era stato di 60 ppm (mg/ kg). Per i mangimi completi (quelli mangiati dagli animali) i valori erano di 5 ppm per i suini, 10 ppm per gli avicoli e di 50 ppm per i bovini

La recente proposta del 2024 riduce a 10 ppm il valore guida per il mais, a 1 ppm per i mangimi dei suini, a 2 ppm per gli avicoli e a 10 ppm per i bovini. 

I controlli effettuati dimostrano che il mais nazionale rientra nei limiti di 60 ppm. Con i nuovi valori guida di 10 ppm, oltre il 12 % del nostro mais (da 500.000 a un milione di tonnellate) sarebbe fuori legge e quindi da distruggere. 

Produrre mais senza fumonisina, si può?

Ovviamente per fare mangiare i nostri animali sarebbe necessario incrementare le importazioni, che sono già ingenti. 

La soluzione ideale sarebbe quella di riuscire a produrre mais senza fumonisina, ma i forti cambiamenti climatici favoriscono l’ammuffimento del mais e la produzione delle micotossine. 

Il problema è stato affrontato dalle nostre Autorità, dai ricercatori e anche dai produttori, al fine di fare delle controproposte alla UE. 

La fumonisina eventualmente assunta con i mangimi non comporta pericolo di residui in carne, latte o uova, ma potrebbe alterare lo stato di benessere degli animali, anche se gli animali stessi hanno diverse sensibilità.

I ruminanti (ovini e bovini) e i volatili non vanno incontro a danni significativi con le concentrazioni attualmente in vigore.  

Esistono invece delle incertezze per i suini e gli equini

La proposta che potrebbe essere fatta alla UE è quella di mantenere inalterati i valori guida per il mais e i mangimi destinati ai volatili e ai ruminanti e di ridurli per le altre specie. Tale soluzione sarebbe peraltro in linea con i limiti proposti negli USA. 

Va infine detto che per evitare il problema delle micotossine, in altri Paesi si coltiva del mais geneticamente modificato (OGM), resistente allo sviluppo di muffe. Da noi gli OGM sono proibiti. 

Sembra incredibile, ma è vero: importiamo mais OGM, ma non lo possiamo produrre. 

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