NUOVI DUBBI SULLA SICUREZZA DELL’ASPARTAME

Agostino Macrì
12 Luglio 2023
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L’aspartame si ottiene dalla reazione di due amminoacidi (acido aspartico e fenilanina esterificata con metanolo). E’ quindi un composto che deriva da sostanze naturali presenti anche nelle proteine dei nostri alimenti. Il suo potere dolcificante è pari a circa 200 volte quello dello zucchero; tale proprietà fu scoperta casualmente nel 1965 da un chimico che stava lavorando nella ricerca di nuovi farmaci.

Il consumo di alimenti contenenti aspartame, in sostituzione degli zuccheri,consente, soprattutto alle persone diabetiche, di non privarsi del sapore del dolce. E’ anche utile nei regimi dietetici in quanto consente di evitare l’assunzione delle calorie degli zuccheri.

L’impiego dell’aspartame è stato autorizzato dalle autorità sanitarie internazionali, trovando una vasta applicazione sia negli alimenti (dolciumi vari, bevande analcoliche, prodotti dietetici), sia in alcuni farmaci che debbono essere assunti per via orale. E’ stata definita anche una dose accettabile giornaliera pari a 40 mg/kg di peso corporeo; in pratica, ad esempio, una persona di 60 kg può consumare fino a 2,4 grammi di aspartame senza subire nessun effetto negativo.

Una volta ingerito nel nostro organismo l’aspartame è soggetto ad essere metabolizzato e scisso nei suoi costituenti di base. Si libera quindi anche l’amminoacido fenilanalina che è dannoso per le persone ammalate di fenilchetonuria (una malattia rara, di origine genetica, caratterizzata dall’assenza dell’enzima “fenilalanina idrossilasi”). Il problema non riguarda la stragrande maggioranza della popolazione che può tranquillamente consumare alimenti contenenti fonti di fenilalanina. In ogni caso nelle etichette degli alimenti che contengono aspartame deve essere riportata l’avvertenza sulla possibile presenza di fenilalanina.

La situazione sembrava essere sotto controllo fino a quando non sono stati condotti degli studi di “cancerogenesi” che sono consistiti nel somministrare l’aspartame nella dieta di animali da laboratorio per tempi prolungati. Questi studi, condotti in Italia, avrebbero dimostrato che la somministrazione di aspartame indìce la formazione di tumori negli animali trattati. Si parla in condizionale in quanto l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), ma anche altre autorità scientifiche internazionali, hanno ritenuto non attendibili questi risultati.

Sono anche disponibili i risultati di indagini epidemiologiche condotte su mezzo milione di persone che non avrebbero subìto alcuna conseguenza dal consumo abituale di aspartame.

Si è quindi aperto un acceso dibattito che ha molto interessato l’opinione pubblica e, di fatto, ha obbligato la Commissione dell’Unione Europea a riconsiderare la sicurezza dell’aspartame. L’EFSA è stata quindi incaricata di studiare nuovamente tutta la documentazione scientifica disponibile e fare una nuova valutazione dei rischi dell’aspartame. Si è trattato di un lavoro complesso che è stato sottoposto ad una consultazione pubblica in cui chi lo desiderava ha avuto la possibilità di fare osservazioni.

Nel dicembre del 2013 la Commissione UE ha diramato le conclusioni cui è arrivata l’EFSA e che ribadito la sicurezza di uso dell’aspartame con una dose accettabile giornaliere di 40 mg/kg di peso corporeo. Per i consumatori quindi non è cambiato nulla e possono continuare a consumare gli alimenti contenenti il dolcificante aspartame senza particolari preoccupazioni. Ovviamente lo stesso discorso non vale per le persone affette da fenilchetonuria che debbono evitare di assumere l’aspartame.

 La Autorità scientifiche sanitarie nazionali e internazionali hanno comunque continuato a tenere sotto osservazione l’aspartame; l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato un nuovo parere emesso dallo IARC (Agenzia per la Ricerca sul Cancro) che dovrebbe essere reso noto nel luglio del 2023 che potrebbe classificarlo in una delle categorie delle sostanze cancerogene. Se questa informazione dovesse essere confermata con ogni probabilità verrà acquisito un nuovo parere dell’EFSA e potrebbero essere applicate misure restrittive nella utilizzazione del dolcificante.

C’è da osservare che nelle etichette l’eventuale presenza di aspartame viene riportata, mentre non se ne conosce la quantità. Anche se normalmente le quantità che vengono aggiunte sono modeste, il consiglio che si può dare è di non eccedere nel consumo di un solo alimento o bevanda, ma di alternare con altri prodotti contenenti magari altri dolcificanti per ridurre ulteriormente il pericolo di superare la dose accettabile giornaliera. Per ulteriori informazioni visitare il sito www.sicurezzalimentare.it alla voce “dolcificanti”.

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