Tassare diversamente a seconda di come si trova il locatario è una misura assurda, con profili di incostituzionalità
Roma, 22 ottobre 2025 – “Una misura assurda, che presenta profili di incostituzionalità. Non si tiene in minimo conto il criterio della capacità contributiva fissato dall’art. 53 della Costituzione e a parità di affitto, di reddito, si discrimina a seconda della modalità con la quale ho trovato il nome del locatario” afferma l’avv. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando la nuova bozza della manovra, secondo la quale la cedolare secca sugli affitti brevi resterà come ora al 21% invece che al 26% come prevedeva invece la prima bozza, ma solo se non si sono usate attività di intermediazione immobiliare o portali telematici.
“Peraltro, chi cerca un conduttore tramite un’agenzia o una piattaforma già deve pagare loro una commissione. Insomma, dopo il danno la beffa!” prosegue Dona.
“Che questo Governo miri ad assicurare nuovi privilegi alla casta degli albergatori lo avevamo già capito, basti pensare al giro di vite alla libertà di parola che si vuole dare per impedire recensioni negative nei loro confronti, in palese violazione dell’art. 21 della Costituzione, ma che ora si danneggino anche le famiglie con una discriminazione fiscale ci pare il colmo. Un conto è distinguere nel caso una persona affitti più case, facendola diventare una professione, un conto è che persone nella stessa identica condizione, a parità di affitto, che magari affittano la loro unica casa solo in estate, mentre sono in vacanza, paghino diversamente a seconda che il conduttore lo abbiano trovato al telefono, tramite amici, con un annuncio sul giornale, sui social o tramite una piattaforma. Siamo al ridicolo!” conclude Dona.
