Secondo l’Ivass una polizza per assicurare l’abitazione dal rischio sismico costa in media 100 euro. Troppo per obbligare i consumatori a sottoscriverla
Roma, 19 febbraio 2025 – “No a un obbligo assicurativo sulla casa, men che meno per far risparmiare lo Stato e senza preventive e precise garanzie fissate per legge a tutela del consumatore. Le cifre date oggi dall’Ivass, ossia 100 euro ad abitazione, dimostrano che non sarebbe affatto un costo sostenibile per troppe famiglie che già oggi faticano a pagare le bollette della luce e del gas” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando il dato Ivass secondo il quale una polizza assicurativa che copra tutto il patrimonio immobiliare italiano richiederebbe un premio di puro rischio leggermente superiore a 100 euro per un’unità abitativa media.
“Suggeriamo ai consumatori, specie se abitano in zone a rischio di calamità naturali, di assicurarsi, ma un obbligo imposto indistintamente a tutti rischierebbe, almeno per ora, di essere un regalo alle compagnie assicurative. Servono prima precisi vincoli a carico delle compagnie, a tutela dei clienti, come avviene per l’rc auto” prosegue Dona.
“Attualmente, infatti, sono ancora troppe le insidie. Per questo il consumatore dovrebbe sempre controllare bene prima di firmare un contratto: cosa copre esattamente la polizza, a quali condizioni, quali sono le franchigie e quale è lo scoperto. Le polizze CAT NAT, per esempio, coprono solo i rischi di eventi che sono per definizione catastrofali, che non vanno confusi con quelli legati al cambiamento climatico, come eccesso di vento, pioggia, neve o grandine, trombe d’aria e siccità, i cui effetti sono sempre più devastanti. Il risarcimento, poi, non è automatico, ma può essere vincolato alla dichiarazione di stato di calamità da parte dell’autorità pubblica o deve trattarsi di eventi caratterizzati da una “violenza riscontrabile”. Serve poi più sicurezza e certezza sui tempi e le modalità di risarcimento” aggiunge Dona.
“Se poi lo scopo diventa quello di tassare ulteriormente i cittadini, obbligando le famiglie ad assicurarsi, solo per far risparmiare allo Stato gli aiuti in caso di calamità, non possiamo che respingere con forza questa idea” conclude Dona.