FISCO: bene il decreto proroga rottamazione cartelle

Redazione UNC
24 Marzo 2017
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Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori Bene, ma non bastano 21 giorni in più. Vanno cambiate le istruzioni di Equitalia. Attenti a pagare in ritardo la seconda rata! Roma, 24 marzo 2017 – Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto ad hoc per prorogare dal 31 marzo al 21 aprile la scadenza per fare domanda di rottamazione delle cartelle esattoriali. “Bene, ma non basta. Dare appena 21 giorni in più non è sufficiente per evitare le code fuori dagli uffici di Equitalia” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “A meno che si cambiano le istruzioni per l’invio del modulo di richiesta ed Equitalia, come avrebbe dovuto fare fin dall’inizio, non si decide ad indicare la possibilità di spedire il modello anche con raccomandata a/r. Attualmente, infatti, sono segnalate 3 solo modalità: on line con credenziali di accesso, via posta (e-mail o pec) o presso gli sportelli dell’Agenzia. Inevitabile, quindi, che gli anziani che non hanno il computer siano costretti a stare in coda per ore. Peraltro, per inviare il modulo via email non basta avere il computer ed un casella di posta, ma serve anche uno scanner, visto che la domanda va accompagnata con una copia del documento di identità. Anche telefonando al call center 06-01-01 si esclude la possibilità dell’invio attraverso la posta tradizionale” prosegue Dona. L’associazione mette in guardia i consumatori anche rispetto ad un nuovo rischio. A differenza di quanto previsto dal decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193 e dalla legge di conversione (legge 1 dicembre 2016, n. 225), se non si pagano o si pagano, anche con un solo giorno di ritardo, le rate successive alla prima, non solo, come si sapeva, salta la rottamazione e tornano a scattare sanzioni e interessi delle vecchie cartelle, ma salta anche il vecchio piano di dilazione. Questo vuol dire che se il contribuente aveva ottenuto di pagare il debito in 6 o 10 anni, perde anche questo beneficio se, dopo aver chiesto la definizione agevolata, non rispetta tutti i pagamenti successivi al primo. “Una “nuova” regola che chiediamo di cancellare, non essendo stata prevista dal legislatore e non potendo essere decisa in altra sede” conclude Dona.
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