TURISMO: viaggi in Tunisia, intervenga la Farnesina

Redazione UNC
30 Giugno 2015
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Nonostante l’attentato dei giorni scorsi in Tunisia, la Farnesina non ha ancora sconsigliato i viaggi; ma cosa possono fare i turisti che avevano programmato una vacanza nel Paese? I legali dell’Unione Nazionale Consumatori sono a disposizione dei cittadini… Roma, 30 giugno 2015 – Gli avvisi della Farnesina sul sito www.viaggiaresicuri.it, dopo quanto accaduto in Tunisia, non sconsigliano ancora le partenze verso quel Paese. Sorprende che, mentre per altre nazioni, come ad esempio lo Yemen, l’avviso è perentorio (“E’ assolutamente sconsigliato, in questo particolare momento, recarsi in Yemen”) per la Tunisia si dice solo di “esercitare la massima prudenza e attenersi alle indicazioni delle autorità locali”,  “osservare massima cautela ed elevare la soglia di vigilanza nella frequentazione di luoghi pubblici” oppure “non attraversare zone isolate del Paese”. Decisamente troppo poco! Sempre sul sito del Ministero segue un lungo elenco di località sconsigliate: “è fortemente sconsigliato avvicinarsi ai valichi di frontiera con la Libia e, più in generale, al confine con quel Paese e nell’area di Tataouine”;  “è altresì sconsigliato di effettuare spostamenti ed escursioni anche nelle aree adiacenti i confini con l’Algeria”; “sconsigliabili” i viaggi  a Douz e Souk Lahad (Governatorato di Kebili) e così via. Peccato che, come dice lo stesso avviso della Farnesina: “le Autorità di sicurezza tunisine hanno ulteriormente innalzato il livello di allerta terrorismo in tutto il Paese, in particolare nelle aree ad elevata presenza turistica“. Tutto il Paese, quindi, non solo alcune località. Ha, poi, dell’incredibile l’avviso relativo a Sousse: “si consiglia di evitare anche i sobborghi delle città di Sousse e Sfax”. Ci saremmo aspettato ben più di un consiglio bonario! L’Unione Nazionale Consumatori chiede, quindi, al ministero degli Esteri di modificare immediatamente gli avvisi, riservandosi, in difetto, azioni legali a tutela della difesa dell’incolumità degli italiani. “Non è la prima volta che la Farnesina, invece di rischiare di peccare in prudenza, per proteggere maggiormente i nostri connazionali, minimizza i rischi, con colpevoli ritardi”, ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. Innumerevoli i precedenti: Turchia nel 2003 (attentati), Maldive nel dicembre 2004 (tsunami), bombe a Londra nel luglio 2005, Dahab nell’aprile 2006, Giamaica nell’agosto 2007 (uragano), Kenia nel dicembre 2007, Messico nell’aprile 2009 (influenza suina), Libia, Egitto (rivoluzione) e Giappone (centrale nucleare) nel 2011. L’associazione ricorda ai turisti che non vogliono più partire per la Tunisia, quanto prevede la legge, ossia il Codice del Turismo (Decreto Legislativo 23 maggio 2011, n. 79), all’art. 42: in caso di pacchetto turistico, il consumatore che non vuole più partire ha diritto al rimborso integrale di quanto versato. Non si tratta, infatti, di una rinuncia volontaria, ossia di “colpa del turista”, ma di una causa di forza maggiore. Per questo il turista ha diritto al rimborso integrale, salvo decida (è una sua facoltà, non un obbligo) di accettare in alternativa un cambio di destinazione, di data o un bonus. Se sceglie il rimborso, la somma di denaro già corrisposta deve essergli restituita entro sette giorni lavorativi dal recesso. Non ha diritto, invece, ad un risarcimento del danno, essendo un caso di forza maggiore. Ricordiamo che anche senza lo sconsiglio della Farnesina, i tour operator sarebbero tenuti a offrire soluzioni alternative, evitando di approfittare di una situazione così grave; i consumatori che avessero bisogno di assistenza, possono contattare i nostri consulenti attraverso lo sportello dedicato al Turismo sul nostro sito www.consumatori.it.
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