Come scegliere le uova e la colomba di Pasqua

Simona Volpe
4 Aprile 2023
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Uova di cioccolato, e colombe pasquali saranno protagoniste della tavola di Pasqua: a cosa bisogna prestare attenzione per scegliere consapevolmente i prodotti della tradizione? Ecco i consigli del nostro esperto, il prof. Agostino Macrì che per la nostra associazione cura il blog sicurezzalimentare.it su cui è possibile trovare tanti approfondimenti e curisità in tema di cibo e non solo!

Uova di cioccolato, l’importanza dell’etichetta

Le uova di cioccolato sono una ‘derivazione’ delle uova sode che venivano colorate in occasione della Pasqua; oggi sono la gioia di ogni bambino, anche se si fa sempre meno caso alla qualità del cioccolato, al suo peso e al costo unitario. Pur essendo tutta la cioccolata sicura dal punto di vista nutrizionale, la quantità di cacao è determinante per differenziare un cioccolato di pregio da uno di minore valore: un cioccolato fondente in cui il cacao è molto superiore al 50 per cento, ad esempio, dovrebbe costare di più di un cioccolato al latte, anche se non sempre è così.  Nella scelta dell’uovo:
  • è sempre bene leggere attentamente le etichette, facendo attenzione alla data di scadenza del prodotto e alla qualità del cioccolato: solo il ‘cioccolato puro’ non contiene oli tropicali o altri grassi vegetali; in caso contrario, deve essere riportata la dicitura ‘contiene altri grassi vegetali oltre al burro di cacao’, dicitura che deve essere ben visibile e chiaramente leggibile in modo da essere di facile e immediata consultazione per il consumatore.
  • nelle etichette viene riportata la natura dei grassi vegetali aggiunti (se contiene olio di palma o altri oli deve esserci scritto): di conseguenza indicare “senza olio di palma” è pleonastico e serve solo a trarre in inganno i consumatori.
  • Non dimentichiamo, infine, che l’etichetta può fornire indicazioni utili anche sul prezzo adeguato del prodotto: considerato il contenuto in cacao della cioccolata (inferiore al 50%) e valutati i costi di produzione, di confezione e della sorpresa, un prezzo ragionevole dovrebbe aggirarsi tra i 35 e i 45 euro al Kg.

Colombe, occhio ai prodotti civetta

Un discorso analogo si può fare con le colombe, i cui costi possono variare in funzione non tanto della qualità e della sicurezza, quanto delle strategie di vendita. E’ infatti possibile trovare una colomba della stessa marca con prezzi molto diversi tra i vari punti di vendita: in alcuni casi si tratta di vendite ‘civetta’ per indurre i consumatori a fare altri acquisti nello stesso esercizio commerciale. Bisogna soltanto evitare di abboccare e di limitarsi ad acquistare soltanto i prodotti i cui costi sono effettivamente convenienti. E’ inoltre bene ricordare per le colombe esistono dei disciplinari di produzione che dicono come debbono essere fatte. La “colomba” può chiamarsi tale soltanto se prodotta secondo quanto previsto dal decreto del Ministero delle Attività Produttive del 22 luglio 2005, Disciplina della produzione e della vendita di taluni prodotti dolciari da forno, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale N. 177 del 1° agosto 2005. In particolare la “denominazione «colomba» è riservata al “prodotto dolciario da forno a pasta morbida, ottenuto per fermentazione naturale da pasta acida (lievito madre) , di forma irregolare ovale simile alla colomba, una struttura soffice ad alveolatura allungata, con glassatura superiore e una decorazione composta da granella di zucchero e almeno il due per cento di mandorle, riferito al prodotto finito e rilevato al momento della decorazione”. Ciò non significa che tutti gli altri prodotti simili in commercio non siano buoni, ma non chiamatele colombe!
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