Reclamo N° 92243

Calogero
25 Marzo 2018
Cari Avvocati della ANC, tempo fa in un centro TIM di via del Corso una solerte impiegata mi suggeriva di aderire all'offerta TIM Vision: in realtà ero andato solo a chiedere di inserire l'opzione di chiamata al mio contratto. Ella mi spiegava che non avrei rischiato nulla perché avrei potuto recedere quando mi pareva. Venuto il tecnico TIM a casa, dopo qualche giorno, ha costato che era impossibile impiantare la fibra in appartamento. Ho immediatamente (lo stesso giorno) spedito alla TIM l'apparecchiatura nel frattempo arrivata a casa: da questo momento iniziano i guai che si concretizzano nel pagamento di rate per il modem TIM Vision che io non ho neanche confezionato dal cellophane. Ho scritto alla TIM, che al termine di tutto mi scrive che a loro non risulta che l'apparecchiatura sia arrivata ai loro uffici. Ho anche il cedolino di spedizione dell'apparecchiatura... Che mi suggerite di fare? Invio sotto l'ultima lettera che ho inviato alla TIM alla quale loro rispondono ancora negativamente.... In riferimento alla vostra lettera di replica (n. prot. C19673673 del 19/3/2018) riguardante il reclamo per fatturazione errata a linea telefonica 06.9447037, intestata a Calogero FOTI sono a inviarvi tramite fax e tramite posta elettronica certificata il cedolino di spedizione dell’apparecchiatura in questione del 3/10/2018. Ricordo anche che il 24/11/2017 ho avuto un contatto telefonico con un operatore del 187, per far notare la presenza nella bolletta del 10/2017 di una rata del Tim Vision, mai utilizzato, né sconfezionato. Egli mi rispondeva che avrei avuto un rimborso della spesa nella bolletta successiva. Vi rammento che il sottoscritto era abbonato alla linea TIM con numero di telefono 06.9447037, in abitazione sita in Via delle Paste 111, 00186 Roma; l’abbonamento era tutto senza limiti. Di seguito si elencano i fatti avvenuti che hanno determinato il reclamo in oggetto. 1) In data 23/09/17 si reca a un negozio TIM, sito in via del Corso, dove il personale propone di scegliere l’offerta Tim Smart, previa verifica dei tecnici TIM della compatibilità dell’edificio alla fibra. 2) In data 3/10/2017 il tecnico TIM visita l’appartamento e ci comunica che non è possibile applicare la fibra nell’appartamento. 3) Il 3/10/2017 stesso, avendo appreso la notizia della impossibile istallazione della fibra nell’appartamento, il sottoscritto provvede a spedire indietro a Landriano (indirizzo indicatomi dal vostro personale 187) il decoder Tim Vision ancora incellophanato ricevuto pochi giorni prima, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno di poste italiane (C DE01AN), spendendo perciò 10 Euro. 4) Nelle ultime due bollette (16 Gennaio 2018- 13 Marzo 2018), compare la voce di pagamento riferito a 5 rate su 48 per addebito decoder Tim Vision del prezzo unitario di 2,99. Si precisa che: 1) In data 24/11/2017 il sottoscritto chiama il personale del 187, che conferma il rimborso delle spese nella bolletta successiva. Rimborso mai avvenuto. 2) In data 3/10/17 Il sottoscritto paga circa 10 euro per spedire indietro il decoder, da voi inviato senza far precedere l’invio dello stesso da un accertamento sulla possibilità di collegamento: anche su questo si avanza richiesta di rimborso delle spese sostenute. 3) Il sottoscritto richiede altresì il rimborso delle 5 rate pagate impropriamente sull’uso di un decoder, del quale non è mai entrato in possesso, mai istallato, mai usato, come si evince dal traffico inesistente della linea telefonica 06.9447037, sia in voce, sia in wi-fi a partire da Dicembre 2017 a oggi. Ritengo utile precisare che dal 31 Dicembre 2018 il sottoscritto non abita più l’appartamento in questione: per la qual cosa ha chiesto anche disdetta di contratto inoltrata con telefonata (richiesta approvata) e raccomandata con ricevuta di ritorno in Febbraio 2018. Corre l’obbligo di avvertire la Telecom Italia, che ove non avvenisse la defalcazione delle rate in oggetto nella bolletta di cessazione prossima ventura, o addirittura si riscontrasse ulteriore spesa addebitata per decoder mai posseduto e usato, il sottoscritto non pagherà le ultime due bollette dovute (13 Marzo 2018 – Ultima bolletta di cessazione), preferendo adire le vie legali con la relativa messa in mora per rimborso per danni morali e materiali determinati dall’accaduto.
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