Reclamo N° 86632

Marco
17 Febbraio 2018
Ho sottoscritto con Tim un contratto per la fibra ottica con il mio coinquilino. Dovendo trasferirmi, abbiamo fatto richiesta per un subentro in modo da lasciare il contratto intestato al mio coinquilino. Il 12/10/2017 ricevo una telefonata da una signora dell'amministrazione della TIM che mi comunica che, per quanto riguarda i contratti di Fibra ottica, non è possibile effettuare un subentro. Mi informa inoltre che la soluzione sarebbe stata quella di chiudere il numero telefonico e far aprire al mio coinquilino una nuova linea. Sapendo che non erano ancora trascorsi i 24 mesi dall'inizio del contratto le chiedo se questo avrebbe portato al pagamento di penali per la disattivazione. La signora mi rassicura dicendo che non ci sarebbero stati degli addebiti, essendo una mancanza di tim, e di inviare una raccomandata con scritto "Io sottoscritto chiedo la chiusura del numero telefonico 0721498330 in esenzione spese per impossibilità da parte di TIM ad effettuare il cambio nominativo per presenza di fibra", così ho fatto ed ho inviato la raccomandata in data 16/10/2017. Pensando fosse tutto sistemato invio indietro il 15/11/2017 anche il modem che mi era stato dato da tim. Il 28/12/2017 ho ricevuto una fattura di 279,24€ da pagare entro il 25 gennaio in cui sono contenuti: - 99€ costo di disattivazione linea e servizio (che secondo la signora dell'amministrazione non ci sarebbero dovuti essere) - 132,60€ di addebito Smart modem wifi 34 rate residue (a questo punto se mi avessero detto che l'avrei dovuto pagare me lo sarei tenuto il modem) - 29,90€ per l'annullamento dello sconto di benvenuto per cessazione anticipata di Tim Smart (che secondo la signora dell'amministrazione non ci sarebbero dovuti essere) - 17,09€ per il servizio tim smart dall'11/11/17 al 23/11/17 (avevo chiesto la chiusura il 16/10/17, non abitavo più in quella casa, non avevo più il modem perchè rispedito ed era già attiva la nuova linea in quella casa). In data 3/01/18 telefono al 187 dove spiego il problema, mi aprono una contestazione e mi dicono che sarei stato ricontattato entro 4 giorni. Non ricevendo alcuna chiamata provo nuovamente a contattare il 187, mi viene detto che avevano provato a contattarmi telefonicamente (mai ricevuto nessuna telefonata) e che mi avevano inviato una lettera (non mi hanno saputo dire a quale indirizzo ma questa lettera non è mai arrivata da nessuna parte). Mi dicono che visto che la pratica era già stata aperta con la prima telefonata sarei stato contattato entro 48 ore. Non ricevo alcuna chiamata e decido nuovamente di chiamare il 187. Rispiego per l'ennesima volta il problema e l'operatrice mi dice che per questi problemi bisogna inviare un fax. Così faccio ed invio un fax al n° 800000187 spiegando tutta la situazione e chiedendo che mi venisse annullata la fattura (n° RM03715025). Il 25/01/2018 sarebbe scaduto il termine di pagamento e, non avendo ricevuto risposte, decido di bloccare il RID. Il 14/02/18 ricevo un "sollecito di pagamento a seguito disdetta del contratto". oggi, 17/02/18 ricevo una mail contenente un documento "Addebito contributo di cessazione", dove mi viene scritto che a seguito della mia segnalazione del 3/01/18 (la prima telefonata al 187) non risultano elementi sufficienti per accogliere la mia richiesta e che gli importi in fattura risultano addebitati correttamente. Al fax inviato non ho mai ricevuto una risposta. La bolletta ancora non l'ho pagata ma a questo punto non ho intenzione di pagarla. Cosa devo fare?
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